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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1581

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Parecchie volte un vigore straordinario e passeggero cagiona al corpo e a’ nervi un certo torpore, per cui l’animo s’abbandona in seno di una negligenza circa le cose e se stesso, in maniera che o vede tutto dall’alto e come non gli appartenesse se non debolissimamente, o non pensa quasi a nulla, e desidera [p. 246 modifica]e teme il meno che sia possibile. Questo stato è per se stesso un piacere.

Il languore del corpo alle volte è tale, che senza dargli affanno e fastidio, affievolando le facoltà dell’animo, affievola ogni cura e ogni desiderio. L’uomo prova allora un piacere effettivo, massime se viene da uno stato affannoso ec.; e lo prova senz’alcun’altra cagione esterna, ma per quella semplice dimenticanza de’ mali e trascuranza de’ beni, desiderii e speranze, e per quella specie d’insensibilità cagionatagli da quel languore (28 agosto 1821).


*    La letteratura italiana fu per alcun tempo universale in modo che per cagione di essa si studiava e sapeva la nostra lingua nelle altre nazioni civili, anche dalle donne, come oggi il