Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/175

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[p. 281 modifica]dalla uniformità di una cosa non penosa, né dispiacevole per sua natura, e ditemi per che motivo quest’uomo deve soffrire. E pur vediamo che soffre, e si dispera, e preferirebbe qualunque travaglio a quello stato: anzi è famosa la risposta affermativa data dai medici consultati dal duca di Brancas, se la noia potesse uccidere: Lady Morgan France l.8. notes). Non per altro se non per un desiderio ingenito e compagno inseparabile dell’esistenza, che in quel tempo non è soddisfatto, non ingannato, non mitigato, non addormentato. E la natura è certo che ha provveduto in tutti i modi contro questo male, all’orrore e ripugnanza del quale nell’uomo si può paragonare quell’orrore del vuoto che gli antichi fisici supponevano nella natura per ispiegare alcuni effetti naturali. Ha provveduto col dare all’uomo molti bisogni, e nella soddisfazione del bisogno, come della fame e della sete, freddo, caldo ec., porre il piacere, quindi col volerlo occupato; colla gran varietà, colla immaginazione che l’occupa anche del nulla, ed anche col timore (il quale sebbene è un effetto naturale e spontaneo anch’esso dell’amor proprio, tuttavia bisogna considerare il sistema della natura in genere, e la mirabile armonia e corrispondenza di diversi effetti a questo o quello scopo), coi pericoli i quali affezionano maggiormente alla vita e sciolgono la noia, colle turbazioni degli elementi, coi dolori e coi mali istessi, perché è piú dolce il guarir dai mali che il vivere senza mali; e con tali altri disastri, che si considerano come mali e quasi difetti della natura, scusandola col definirli per accidenti fuori dell’ordine; ma che forse, essendo tali ciascuno, non lo sono tutti insieme, ed appartengono anch’essi al gran sistema universale. Insomma il sistema della natura rispetto all’uomo è sempre diretto ad allontanar da lui questo male formidabile della noia, che, a detta di tutti i filosofi, essendo cosí frequente all’uomo moderno, è quasi sconosciuto al primitivo [p. 282 modifica]e cosí agli animali. E osservate come i fanciulli, anche in una quasi perfetta inazione, pur di rado, o non mai sentano