<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1757&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127132846</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1757&oldid=-20141127132846
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1757 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 351modifica] parecchie parole antichissime e uscite dell’uso corrente, ma conservate e trasmesse di generazione in generazione in dette famiglie. Cosa che a me è successo piú volte di osservare, e quelle parole o frasi non le ho mai sentite fuori o di quella tal famiglia o di quella tal parentela. Negli altri generi di famiglie il detto effetto sarà minore, ma pur sempre avrà luogo proporzionatamente. Cosí le lingue si van dividendo a poco a poco nel seno di una stessa società, di uno stesso paese; il costume del padre si comunica al figlio e si perpetua; il figlio pure inventa qualche parola ec. ec. e parimente la partecipa; le figlie le portano nelle famiglie in cui entrano; e la lingua umana si va tuttogiorno diversificando e cangiando faccia; e ciascuna famiglia viene a differire alquanto dalle altre nella significazione de’ suoi pensieri (o parlata o anche scritta) (21 settembre 1821).