Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1893

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[p. 427 modifica] Bensí, scemato coll’andar del tempo e colla mutazion degli studi e dello spirito in Italia lo studio della lingua e de’ classici, infinite parole e modi sono andate e vanno tutto giorno in disuso, le quali però tuttavia son fresche e vegete, ancorché di fatto antichissime; e siccome si possono usare senza scrupolo, cosí di tratto in tratto, qua e là, questa o quella si vien pure adoperando da qualcuno in modo che tutti le intendono, e nessuno nega o può negare di riconoscerle e sentirle per italiane. E finattanto che la lingua nostra conserverà il suo spirito ed [p. 428 modifica]indole propria (la quale in verità non conserva oggi se non presso pochissimi, ma ch’ella non può pertanto legittimamente perdere, cioè senza corrompersi, come qualunque altra lingua) il capitale di tali ricchezze le durerà sempre.

Imperocché la lingua italiana essendo stata applicata alla letteratura, cioè formata, innanzi a tutte le còlte moderne; la sua formazione, e quindi la sua indole, viene ad essere