<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2601&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205204343</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2601&oldid=-20151205204343
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2601 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 328modifica] di beni nell’ordine generale della natura: massimamente che le cose indifferenti, cioè non beni e non mali, sono cagioni di noia per se, come ho provato altrove, e di piú non interrompono il piacere, e quindi non distruggono l’uniformità, cosí vivamente e pienamente come fanno, e soli possono fare, i mali. Laonde le convulsioni degli elementi e altre tali cose che cagionano l’affanno e il male del timore all’uomo naturale o civile, e parimente agli animali ec., le infermità e cent’altri mali inevitabili ai viventi, anche nello stato primitivo, (i quali mali benché accidentali uno per uno, forse il genere e l’università loro non è accidentale), si riconoscono per conducenti e in certo modo necessarii alla felicità dei viventi, e quindi con ragione contenuti e collocati e ricevuti nell’ordine naturale, il qual mira in tutti i modi alla predetta felicità. E ciò non solo perch’essi mali danno risalto ai beni, e perché piú si gusta la sanità dopo la malattia, e la calma dopo la tempesta: ma perché, senza [p. 329modifica]essi mali, i beni