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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2611

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*   Nessuna cosa è vergognosa per l’uomo di spirito né capace di farlo vergognare e provare il dispiacevole sentimento di questa passione, se non solamente il vergognarsi e l’arrossire (22 agosto 1822).


*   Non basta che lo scrittore sia padrone del proprio stile. Bisogna che il suo stile sia padrone delle cose: e in ciò consiste la perfezion dell’arte e la somma qualità dell’artefice. Alcuni de’ pochissimi che meritano nell’Italia moderna il nome di scrittori (anzi tutti questi pochissimi), danno a vedere di essere padroni dello stile: vale a dir che il loro stile è fermo, uguale, non traballante, non sempre sull’orlo di precipizii, non incerto, non legato e retreci, come quello di tutti gli altri nostri moderni, francesisti o no, ma libero e sciolto e facile, e che si sa spandere e distendere e dispiegare e scorrere, sicuro di non dir quello che lo scrittore non vuole intendere, sicuro di non dir nulla in quel modo che lo scrittore non lo vuol dire, sicuro di non dare in un altro stile, di non cadere in una qualità che lo scrittore voglia evitare; procede a pié saldo, senza inciampare né dubitare di se stesso, non va a trabalzoni, ora in cielo ora in terra, or qua or là ec. Tutte queste qualità nel loro stile si trovano e si dimostrano, cioè si fanno sentire al lettore. Questi tali son padroni del loro stile. Ma il loro stile non è padrone delle cose, vale