<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2760&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205215320</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2760&oldid=-20151205215320
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2760 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 416modifica] s’avevano intorno alla virtú e all’eroismo, siccome anche quanto ai rapporti scambievoli delle nazioni, ai diritti e al modo della guerra, alle relazioni del nimico col nimico, e chi vuol notare la totale diversità che passa tra il carattere e l’idea della virtú eroica che si formarono questi due poeti e che l’uno espresse in Achille e l’altro in Enea, consideri quel luogo dell’Eneide (X, 521-36) dov’Enea fattosi sopra Magone che, gittandosi in terra, e abbracciandogli le [p. 417modifica]ginocchia lo supplica miserabilmente di lasciarlo in vita e di farlo cattivo, risponde che, morto Pallante, non ha piú luogo co’ Rutuli alcuna misericordia né alcun commercio di guerra, e spietatamente pigliandolo per la celata gl’immerge la spada dietro al collo per insino all’elsa. Questa scena e questo pensiero è tolto di peso da Omero, il quale introduce Menelao sul punto di lasciarsi commuovere da simili prieghi, ripreso da Agamennone, che senza alcuna pietà uccide il troiano già vinto e supplichevole.