<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2832&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20160414131915</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2832&oldid=-20160414131915
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2832 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 22modifica] è estrinseco ed accidentale, non intrinseco: in tal caso la grazia deriva precisamente dalla bellezza, ma non dalla bellezza in quanto bellezza, bensí in quanto bellezza non ordinaria e di genere diversa dalle altre; cosí che la grazia anche in questo caso deriva dal contrasto, non delle parti componenti il bello, ma del tutto, cioè di questo tal bello, col bello ordinario; e dalla sorpresa che l’uomo prova vedendo o sentendo una bellezza diversa da quella ch’egli suole considerar come tale, il che produce in lui un contrasto colle sue idee. Questo caso, da cui nasce la grazia, non è raro. Tutte quelle fisonomie, o quelle forme di persona, perfettamente armonizzanti, e con tutto ciò non ordinarie, o nelle quali non si suol trovare armonia, o insomma di genere diverso dal piú delle fisonomie e forme belle sono per qualche parte graziose. E il caso è piú frequente e piú facile nelle maniere, le quali ammettono piú varietà che le forme materiali e naturali, e possono armonizzare in molti piú modi che le dette forme.