Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3099

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[p. 184 modifica] ed indizi de’ pregi dell’animo e de’ costumi, e la stessa ricchezza o nobiltà e l’altre felicità della nascita cadevano sotto questa categoria. Secondariamente, non supponendo gli antichi maggiori beni che quelli di questa vita, fino a credere che i morti, anche posti nell’Elisio, s’interessassero piú della terra che dell’Averno, e che gli Dei fossero piú solleciti delle cose terrene che delle celesti, ne seguiva che considerassero la felicità come principalissima parte di lode, perocché il merito infelice come può giovare a se o agli altri? e come può parer buono e grande quello ch’é inutile? e se il merito era infelice, come poteva risplendere? e non risplendendo e non giovando in questa terra e per questa vita, dove, secondo le antiche opinioni, avrebbe acquistato luce e splendore? dove e a che cosa avrebbe giovato?

Era dunque la felicità principale ed essenzial cagione e parte di lode e di stima e di ammirazione e di gloria presso gli antichi, ancor