Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3175

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[p. 225 modifica] aver cessato di temere e di odiare generalmente il Turco, sí nelle corti e sí nel popolo, non solo come conquistatore, ma [p. 226 modifica]di piú come conquistatore barbaro e crudele, minacciante le nazioni civili (quasi come i goti e gli altri popoli settentrionali ne’ bassi secoli), anche astraendo affatto dalla religione. Quindi il voto de’ politici e degli scrittori di quel secolo per la lega universale contro i turchi prende un aspetto anche piú grave, e non è solamente da riguardarsi com’effetto di antiche opinioni e rimembranze religiose, e di fanatismo e d’immaginazione, ma come dirittamente spettante alla politica, e derivante dalla considerazione delle reali circostanze d’Europa in quel secolo. E tanto piú importante n’apparisce il soggetto, e piú degno, saggio e nobile il pensiero, la scelta e l’intenzione del Tasso, che nel suo poema fece servire la religione e le opinioni e lo spirito popolare del suo tempo, e le altre cose che si prestano alla poesia (perocché le speculazioni politiche non possono esser materia da ciò) a promuovere quello scopo ch’era allora de’ piú importanti per la conservazione della civiltà, della libertà, dello stato, del ben essere di tutta Europa, cioè la concordia de’ principi europei per essere in grado e di respingere e di distruggere il