Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3177

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[p. 227 modifica] che in quel medesimo secolo, dopo duecento dodici anni di possedimento (1310) perdettero Rodi (1522) ed ebbero prima Viterbo dal Papa, e poi Malta (1530) da Carlo V, e con prodigioso valore la difesero (1566) quattro mesi con morte di 15 mila soldati barbari e ottomila marinai; dalle imprese di Carlo V contra i maomettani d’Europa e d’Affrica; da quelle de’ veneziani nel detto secolo; dalla famosa vittoria di Lepanto riportata dalle flotte spagnuola, veneziana e del Papa sopra i turchi dieci anni avanti (1571), che fosse pubblicata la Gerusalemme (1581), e certo in tempo che il Tasso la stava componendo e meditando, poiché fin dieci anni avanti (1561) egli n’aveva già scritto o abbozzato sei canti (vedi Tiraboschi, t. VII, parte 3, p. 118) (16 agosto 1823). Vedi p. 4236, e l’Orazione del Giacomini in lode del Tasso nelle Prose fiorentine, la qual finisce con un’esortazione alla guerra contro i turchi.


*    Alla p. 2834. Questa tal grazia definita di sopra è la grazia piú graziosa e piú fina, anzi quella che propriamente si chiama grazia, e che suol essere considerata dagli artisti, dagl’intendenti, dagli speculatori teorici o pratici del bello, quella che sogliamo intendere col nome di grazia, ed a cui principalmente appartiene l’indefinibilità e inconcepibilità