Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3224

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[p. 256 modifica] nuove veramente e strane; con che ella venne a perdere quell’effetto che a lei essenzialmente appartiene, ch’ella doveva proporsi per suo proprio fine, e ch’ella da principio otteneva, quando cioè lo cercava, o quando coi debiti e appropriati mezzi lo procurava.

Perocché io non dubito che i mirabili effetti che si leggono aver prodotto la musica e le melodie greche sí ne’ popoli, ossia in interi uditorii, sí negli eserciti, siccome quelle di Tirteo, sí ne’ privati, come in Alessandro; effetti tanto superiori a quelli che l’odierna musica non solo produca, ma sembri pure, assolutamente parlando, capace di mai poter produrre; effetti che necessitavano i magistrati, i governi, i legislatori a pigliar provvidenze e fare regolamenti e quando ordini, quando divieti, intorno alla musica, come a cosa di Stato (vedi il Viaggio d’Anacarsi, cap. 27, trattenimento secondo) (e parlo qui degli effetti della musica greca che si leggono nelle storie e avvenuti fra’ greci civili, non di que’ che s’hanno nelle favole, accaduti a’ tempi salvatichi), non