Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3256

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[p. 276 modifica] la quale giustamente si è riconosciuta per quella maniera di segni ch’é meno dell’altre impossibile ad essere strettamente universale, si può pur confidentemente e certamente credere che non sia per essere né formata ed istituita, né divulgata ed usata giammai. Dirò poi ancora ch’ella in verità non sarebbe strettamente universale, perch’ella lascerebbe a tutte le nazioni le loro lingue, siccome ora la francese. Ella di piú non sarebbe propria che dei dotti o cólti. Ma di tutti i dotti e cólti lo è pure oggidí la francese. Quale utilità dunque di quella lingua? la quale non sarebbe forse niente piú facile ad essere generalmente nella fanciullezza imparata di quello che sia la francese che benissimo e comunissimamente nella fanciullezza s’impara. E tutti i vantaggi che si ricaverebbero da quella chimerica lingua, tutti, e molto piú e maggiori, [p. 277 modifica]maggiori, e forse con piú facilità, si caverebbero dalla lingua francese, divenendo, se pur bisogna, piú comune e piú studiata e coltivata di quel ch’ella già sia.


     Quanto poi ad una lingua veramente