Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3268

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[p. 283 modifica] della vita, non è capace se non di fievoli desiderii, e quindi si contenta di propor loro uno scopo lontano e in esso fermarli, e i suoi desiderii si contentano di rimanervi; per la diuturna esperienza fatta della vanità e del tristo esito delle speranze, con un quasi stratagemma le indirizza a luoghi cosí lontani ch’elle non possano, se non assai tardi o non mai, avvicinandosi a quelli e giungendovi, scomparire; per la irresoluzione propria dell’età sua, rimettendo ogni azione al dipoi, e costretto di rimettere eziandio e quasi differire le sue speranze, e gli oggetti de’ suoi desiderii, e il loro conseguimento ch’ei si propone, o ch’ei si compiace, [p. 284 modifica]compiace, per dir meglio, di vagheggiare; e per l’abito della tardità e lentezza nell’operare a cui la gravezza e l’impotenza dell’età lo costringe, e per la pigrizia e negligenza e torpore dell’animo che ne deriva e n’è pur cagione, i suoi desiderii altresí e le sue speranze ne divengono tarde e pigre e lente e quasi trascurate (benché sempre però bastantemente vive per mantenerlo e quasi allattarlo, come alla vita umana