Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3274

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[p. 287 modifica] egli medesimo n’avesse già dato l’esempio; perocché ciascuno in qualche modo si persuade di aver tollerato o di tollerare le sue disgrazie e le sue pene virilmente al possibile, e con maggior costanza, che gli altri, o almeno il piú degli uomini, nel caso suo, non farebbero o non avrebbero fatto; nella stessa guisa che ciascuno si pensa sopra tutti gli altri essere o essere stato indegno de’ mali ch’ei sostiene o sostenne. Oltre di che l’abito d’insensibilità verso l’altrui sciagure, contratto nel tempo ch’ei fu sventurato, non è facile a dispogliarsene, sí perch’esso è troppo conforme all’amor proprio, che vuol dire alla natura dell’uomo, sí perché grande e profonda è l’impressione che fa nel mortale la sventura, e quindi durevole l’effetto che produce e che lascia, e ben sovente decisivo del suo carattere per tutta la vita, e perpetuo.

Io osservo (e n’ho presente a me stesso non un solo esempio), che i giovani non poveri, o non oppressi né avviliti dalla povertà, sani e robusti di corpo, coraggiosi, attivi,