Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3275

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[p. 287 modifica] capaci di fornir da se stessi a’ loro bisogni, e poco o nulla necessitosi, ovver poco o nulla desiderosi degli altrui soccorsi e dell’altrui opera o fisica o morale, almeno abitualmente; non tocchi ancora dalla sventura, o piuttosto (giacché qual è l’uomo nato che già non abbia sofferto?) tocchi da essa in modo ch’essi pel vigore della età e della complessione, e per la freschezza delle forze dell’animo, la scuotono da se, e poco caso ne fanno; questi tali giovani, dico, ancorché da una parte intolleranti fin della menoma ingiuria, ed anche proclivi [p. 288 modifica]procliviall’ira; inclinati ed usi di motteggiare i presenti e gli assenti ancor piú che gli altri non sono; soverchiatori anzi che no, sia di parole, sia d’opere eziandio; - vedi p. 3282-3942, dall’altra parte, ancorché abbandonati da tutti, e forse da quelli stessi che avrebbero il piú sacro dovere di prenderne cura, ancorché sperimentati nella ingratitudine degli uomini, e fatti accorti per prova della niuna utilità e grazia, ed eziandio del danno, che spesso risulta dal far beneficio; ancorché pronti e perspicaci d’ingegno, e non ignari del mondo, e ben consapevoli quanto il costume degli uomini sia rimoto dal beneficare e dal compatire, e quanto altresí