<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3383&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170928135139</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3383&oldid=-20170928135139
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3383 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 354modifica] piú affini tra loro, tanto che il vero poeta è sommamente disposto ad esser gran filosofo, e il vero filosofo ad esser gran poeta, anzi né l’uno né l’altro non può esser nel gener suo né perfetto né grande, s’ei non partecipa piú che mediocremente dell’altro genere, quanto all’indole primitiva dell’ingegno, alla disposizione naturale, alla forza dell’immaginazione. Di ciò ho detto altrove. Le grandi verità, e massime nell’astratto e nel metafisico o nel psicologico ec., non si scuoprono se non per un quasi entusiasmo della ragione, né da altri che da chi è capace di questo entusiasmo (eccetto ch’elle sieno scoperte a poco a poco, piuttosto dal tempo e dai secoli, che dagli uomini, in guisa che a nessuno in particolare possa attribuirsene il ritrovamento, il che spesso accade). [p. 355modifica]La poesia e la filosofia sono entrambe del pari, quasi le sommità dell’umano spirito, le piú nobili e le piú difficili facoltà a cui possa applicarsi l’ingegno umano. E malgrado di ciò, e dell’esser l’una di loro, cioè la poesia, la piú utile veramente di tutte le facoltà, sí la poesia