Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3641

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[p. 81 modifica] e da costui fu privato del regno. La qual favola o volle espressamente significare la mutazione delle idee de’ greci ec. circa la divinità e il loro passaggio dallo spaventoso all’amabile ec., cagionato dal progresso della civiltà e decremento dell’ignoranza; o (piú verisimilmente) ebbe origine e occasione da questo passaggio, di essere inventata naturalmente.

Del resto, ho detto altrove che dalla considerazione della divinità come formidabile, odiosa, odiatrice, nemica ec. nacque l’uso de’ sacrifizi cruenti, comune alla massima parte degli antichi popoli e de’ selvaggi ch’ebbero o hanno una qualunque religione o tintura di religione. Ora è da notare che detti sacrifizi furono e sono tanto piú crudeli, quanto i detti popoli furono o sono piú barbari e ignoranti, perché tanto piú crudele, nemica, maligna, odiosa, terribile e’ si figuravano o si figurano la divinità. Onde per placarla e soddisfarla tormentano le vittime, volendo pascere il di lei odio e sfamarlo, acciocch’esso risparmi i sacrificatori. E perciò ne’ piú antichi tempi de’ greci e de’ latini, cosí de’ Galli a’ tempi e nella religione de’ Druidi, tra’ Celti ec. furono propri di questi popoli