Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3793

Da Wikisource.
Pagina 3793

../3792 ../3794 IncludiIntestazione 25 settembre 2015 100% Saggi

3792 3794

[p. 181 modifica] animale combatte mai per altro che per se solo; al piú, ma di rado, co’ suoi simili, per li figli, che son come cosa, anzi parte di lui), e che neppur conoscono affatto quelli che uccidono, e che di là ad un giorno, o ad un’ora, tornano all’uccisione della stessa gente, e seguono talvolta finché non l’hanno tutta estirpata ec. ec.? lasciando gli altri infiniti mali e infelicità che reca la guerra ai popoli; mali e infelicità parte reali in ogni caso, e che tali sarebbero anche nello stato naturale del genere umano (come le mutilazioni ec.); parte che son tali, posta fra gli uomini una società stretta, e le abitudini, e quindi i bisogni, di questa (come la devastazione de’ campi, e ruina delle città, e le carestie, oltre le pesti ec. ec.): i quali deono essere riconosciuti per mali massimamente da quelli che sostengono esser propria dell’uomo una società com’è la presente, e com’è quella che cagiona la guerra; ma oltre di ciò eziandio da chi negandola, per cosí dire, in diritto, dee pur supporla nel fatto, supponendo la guerra ec., e quindi supporre tutte le abitudini e i bisogni ch’ella non può a meno di produrre negli uomini ec. Solamente fra le api, la cui società è naturale, si potrebbe voler trovare un esempio della nostra guerra, fatta in piú persone da ciascuna parte ec. Ma ben guardando, anche le battaglie dell’api, oltre che son rarissime e niente regolari e inevitabili (a paragon delle nostre), sono effetto di passione momentanea, come le battaglie [p. 182 modifica]singolari o poco piú che singolari, e inordinate e confuse, de’ cani, orsi ec., onde per l’una e per l’altra cagione son da considerarsi per disordini accidentali,