Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3806

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[p. 192 modifica] tutti gli uomini che di queste cose possono discorrere o pensare in qualsivoglia modo, filosofi o non filosofi o plebei, sono nati, allevati, formati e vissuti sempre nella società e nelle assuefazioni ad essa appartenenti. Onde, non veramente per prima natura, ma per seconda natura, essi sono tutti in verità esseri sociali, ed a cui la società è propria e necessaria. E s’alcuno è nato e cresciuto fuori della società, esso non discorre né pensa di queste cose, o non prima che la società e le sue assuefazioni, coll’abitudine, gli si sieno convertite in natura. Sicché nel creder l’uomo naturalmente sociale, e fatto per la società, e di lei bisognoso assolutamente, e la società natural cosa e indispensabile all’uomo, i saggi e gl’idioti, i civili e i barbari, gli antichi e i moderni, e tutte le diversissime nazioni e tutte le classi dissimilissime di persone, consentono insieme e consentirono e consentiranno forse piú interamente, fortemente, costantemente e per piú lungo tempo, che non fecero non fanno e non sono per fare intorno ad alcun’altra quistione speculativa. Ma questo consenso quanto vaglia a dimostrar la proposizione da lui favorita, le cose sopraddette il deggiono fare giustamente e adeguatamente estimare.


     Amongst unequals no society, dice Milton, cioè fra [p. 193 modifica]disuguali non è società ec. ec.1) Or quello che si suol dire dell’amicizia e delle secondarie società fra gli uomini io lo trasporto, e dee parimente valere circa la società del genere umano generalmente

  1. Puoi vedere la p. 3891.