Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3838

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[p. 221 modifica] Egli diviene misantropo di se stesso e il suo maggior nemico, egli vuol soffrire, egli vi si ostina, i partiti piú tristi, piú acerbi verso se stesso, piú dolorosi e piú spaventevoli, e che prima di quella sua poca esperienza della vita egli avrebbe rigettati con orrore, divengono del suo gusto, ei li abbraccia con trasporto, dovendo scegliere uno stato, il piú monotono, il piú freddo, il piú penoso per la noia che reca, il piú difficile [p. 222 modifica]a sopportarsi, perché più lontano e men partecipe della vita, è quello ch’ei preferisce, ei vi si compiace tanto più quanto esso è più orribile per lui, egl’impiega tutta la forza del suo carattere e della sua età in abbracciarlo, e in sostenerlo, e in mantenere ed eseguire la sua risoluzione, e in continuarlo, e si compiace fra l’altre cose in particolare nell’impossibilitarsi a poter mai fare altrimenti e nello abbracciar quei partiti che gli chiudano per sempre la strada di poter vivere o soffrir meno, perché con ciò ei viene a ridursi e a rappresentarsi come ridotto in uno estremo di sciagura, il che piace, come altrove ho detto, e se qualche cosa mancasse e potesse aggiungersi al suo male ei non sarebbe contento ec.; egl’impiega tutta la sua vita morale in abbracciare, sopportare e mantenere costantemente la sua morte morale, tutto il suo ardore in agghiacciarsi, tutta la sua inquietezza in sostenere la monotonia e l’uniformità della vita, tutta la sua costanza in scegliere di soffrire, voler soffrire, continuare a soffrire, tutta la sua gioventù in invecchiarsi l’animo, e vivere esteriormente da vecchio, ed abbracciare e seguir gl’istituti, le costumanze, i modi, le inclinazioni, il pensare, la vita de’ vecchi. Come tutto ciò è un effetto del suo ardore e della sua forza naturale, egli va molto al di là del necessario: se il mondo a causa de' suoi difetti o morali o fisici, o di sue circostanze, gli nega tanto di godimento, egli se ne toglie il decuplo; se la necessità l’obbliga a soffrir tanto, egli elegge di soffrir dieci volte di più; se gli nega un bene, ei se ne interdice uno assai maggiore; se gli contrasta qualche godimento, egli si priva di tutti, e rinunzia affatto al godere.