Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3981

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[p. 352 modifica] non poco, perché non si dovrà mutarla affatto sin tanto ch’ella si conformi onninamente alla pronunzia e francese e presente, qual ella è infatti, e rinunzi del tutto alla forma latina delle parole scritte, in quanto ell’è diversa da quella di esse parole pronunziate, ed all’aver riguardo in qualunque modo al latino? Se ciò non si è ancor fatto, e se non si farà, vuol dire che l’ortografia francese non è ancora o non sarà mai perfetta, né interamente rettificata, anzi è imperfettissima e scorrettissima. Il contrario è avvenuto ed avviene ancor tuttavia (conformandosi sempre al nuovo modo di pronunziare, o conformandosi alla pronunzia dove l’antica ortografia non vi si conformava; come, per esempio, oggi tutti scrivono ispirare e simili, laddove tutti gli antichi inspirare, sia che cosí pronunziassero, sia che latinizzassero in questa scrittura) nell’ortografia spagnuola e massimamente nell’italiano, che perciò sono perfette o quasi, e certo assai piú della francese vicine alla perfezione. Non cosí nell’inglese, nella tedesca ec., perciò imperfette come la francese, ma forse meno, perch’esse da principio non ebbero occasione né [p. 353 modifica]modo di guardare al latino, con cui non hanno che fare, le loro lingue, massime il tedesco, o certo di guardarvi meno, e quindi minor cagione d’allontanarsi dalla pronunzia e dalla forma reale delle voci proprie della loro lingua, e d’uscire dei termini e vera proprietà di questa ec. (14 decembre 1823).