Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4071

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[p. 449 modifica] oggetti, rivolgiamo seriamente l’odio e le querele delle nostre sventure. Ma molto piú dolce fu agli antichi ed è a’ moderni l’incolpare qualche cosa sensibile, e massime qualche altro uomo, non solo per la maggior verisimiglianza, e quindi facilità di persuaderci della sua colpa, che è quello che ci bisogna, ma piú ancora perché l’odio e le querele sono piú dolci quando si rivolgono sopra cose presenti che ne possano essere testimoni, e sottoposte alla vendetta che noi con esso odio vano e con esse vane querele intendiamo fare di loro. Massimamente poi è dolce l’odio e il lamento quando è rivolto sui nostri simili, sí per altre cagioni, sí perché la colpa non può veramente appartenere se non a esseri intelligenti. Quelli che ci governano sono da noi facilmente scelti a far questa persona di rei de’ nostri mali, che non hanno altro reo manifesto o [p. 450 modifica]accusabile, e a servir di soggetto e scopo della vana vendetta che ci è dolce fare de’ medesimi mali. Essi sono in fatti in tali casi i piú adattati, e quelli di cui ci possiamo dolere esteriormente e interiormente con piú di verisimilitudine. Quindi è che chi governa in pubblico o in privato è sempre oggetto d’odio e di querele de’ governati. Gli uomini sono sempre scontenti perché sono sempre infelici. Perciò sono scontenti del loro stato, perciò medesimo di chi li governa (essi sentono e sanno bene di essere infelici, di patire, di non godere, e in ciò non s’ingannano. Essi pensano aver diritto di esser felici, di godere, di non patire, e in ciò ancora non avrebbero il torto, se non fosse che in fatto questo che essi pretendono è, non che altro, impossibile).