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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4398

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[p. 335 modifica] II, p. 658, D., in Jone, p. 530 B (ed. Steph.) Athen. XIV, p. 620, C. Quanto ad Esiodo, ecco le sue parole. Sed Hesiodum quum dico, omne illud tempus intelligo, in quod Hesiodeorum quae nunc feruntur operum confectio incidit. Non uni enim illa tribuenda esse patet; et multo plura nomine eius ferebantur apud veteres. In ῎Εργοις loci sunt multi πίνῳ venerandae vetustatis signati. Theogonia autem et Scutum Herculis et maxima pars eorum, quorum brevia fragmenta supersunt, Homerum toto certe saeculo subsequuntur. Huius rei argumento est, quod in iis plures notiones novae exstant et imitationes locorum Homericorum, in primis terrarum et populorum auctior et explicatior notitia. § 12, not., p. xlii-iii.


*    Alla p. 4357. L’imitazione drammatica non può essere spontanea e veramente secondo natura, se non [p. 336 modifica]in quanto a un solo personaggio, o due al piú, e solo in alcune scene, cioè in quelle che corrispondano alla situazione attuale dell’animo del poeta. Ma qui è sempre il poeta egli stesso che si dipinge, o piuttosto parla, sotto altro nome; e quella non è veramente imitazione, ma quasi un travestimento. In tutti gli altri personaggi ed altre scene, la poesia è necessariamente sofistica. Del resto, tali scene, dove il poeta esprimesse i suoi sentimenti, passioni ec. attuali sotto nome di qualche personaggio storico, se si componessero staccate, potrebbero esser buona poesia: il poeta può aver buone ragioni per nascondersi sotto nome altrui; può trovarvisi, se non altro, piú a suo agio; ed è anche poetico in qualche modo quel rapporto trovato ed espresso fra la propria situazione