Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/498

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[p. 26 modifica] nugae, e finalmente di finzione e racconto falso. Appunto come il greco μῦθος nel suo significato proprio, valeva lo stesso che λόγος, verbum, dictum, oratio, sermo, colloquium, e da Omero non si trova, cred’io, adoperato se non in questa o simili significazioni, cosí esso come i suoi derivati. Poi fu trasferito alla significazione di favola. Il detto senso di fabula, fabulator, fabulo, fabulor, confabulor etc. è evidente negli scrittori latini di tutti i buoni secoli, massime però ne’ piú antichi e piú puri. Vedi il Forcellini in tutte queste voci. Ma dopo, e massimamente ne’ bassi tempi, il significato usuale e comune di fabula nelle scritture non era altro che favola. E tuttavia la nostra lingua ha ritenuto espressamente questa parola (la quale, come ho detto, è la stessa nostra di favella) nel suo antichissimo, primitivo e proprio valore. Certo non è andata a pescare questo significato nelle antichissime memorie e nei primi scrittori. Bisogna dunque che la detta significazione tal qual era da principio sia pervenuta di mano in mano e conservata e continuata senza