Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/573

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[p. 69 modifica] falso ec. Il che si potrà anche vedere da quello che segue.

Tutti i vari governi per li quali andò successivamente o simultaneamente errando o lo spirito umano o il caso o la forza delle circostanze particolari, non servirono ad altro che a disperare i veri filosofi (certamente pochi), convinti dall’esperienza della necessaria imperfezione, infelicità, contraddizione e sconvenienza di tutto quello che, 1°, mancava di natura, sola norma vera e invariabile d’ogni istituzione mondana, 2°, non corrispondeva all’essenza e alla ragione della società, la quale richiede la monarchia assoluta.

Quasi tutte però le diverse aberrazioni della società in ordine ai governi vennero a ricadere in questa monarchia, stato naturale della società; e il mondo, massime in questi ultimi secoli, era divenuto, si può dir, tutto monarchico assoluto. Specialmente poi dall’abuso e corruzione della libertà e democrazia, nata immediatamente dall’abuso e corruzione della [p. 70 modifica] monarchia assoluta, era nata, pure immediatamente, una nuova monarchia assoluta. Ma non già quella primitiva, quella ch’era buona ed utile e conveniente alla società durante l’influenza della natura e mediante questa sola; ma quella che può essere nell’assenza della natura, cioè quella tanto essenzialmente pessima, quanto la primitiva è sostanzialmente e solamente ottima; insomma la tirannia, perché la monarchia assoluta senza natura non può esser altro che tirannia, piú o meno grave, e quindi forse il pessimo di tutti i governi.

E la ragione è, che tolte le credenze e illusioni naturali, non c’è ragione, non è possibile né umano, che altri sacrifichi un suo minimo vantaggio al bene altrui, cosa essenzialmente contraria all’amor proprio, essenziale a tutti gli animali. Sicché gl’interessi di tutti e di ciascuno sono sempre infallibilmente posposti a quelli di un solo, quando questi ha il pieno potere di servirsi degli altri e delle cose loro per li vantaggi e piaceri suoi, sieno anche capricci, insomma per qualunque soddisfazione sua.

Il mondo ha marcito appresso a poco in questo stato dal principio dell’impero romano fino al nostro secolo. Nell’ultimo secolo la filosofia, la cognizione delle cose, l’esperienza, lo studio, l’esame delle storie, degli uomini, i confronti, i paralleli, il commercio scambievole d’ogni sorta d’uomini, di nazioni, di costumi, le scienze d’ogni qualità, le arti ec. ec. hanno fatto progressi tali, che tutto il mondo rischiarato e istruito si è rivolto a considerar se stesso e lo stato suo e quindi principalmente alla politica, ch’è la parte piú interessante, piú valevole, di maggiore e piú generale influenza nelle cose umane. Ecco finalmente che la filosofia, cioè la ragione umana, viene in campo con tutte le sue forze, con tutto il suo possibile potere, i suoi possibili mezzi, lumi, armi e si pone alla grande impresa di supplire alla natura perduta, rimediare ai