Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/586

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[p. 76 modifica] [p. 77 modifica]affatto dall’azione e dall’ordine nostro. I quali accidenti che si chiamano mali, disastri, ec. danno tanto che fare ai filosofi, i quali non vedono come possano aver luogo nell’opera della natura; ed alcuni sono stati cosí temerari, che siccome la ragione nelle sue piccole opere si sforza di escludere la possibilità d’ogni accidente particolare contrario a quel tal ordine generale, cosí hanno creduto che, se la ragione umana avesse presieduto all’opera della natura, questi accidenti non avrebbero avuto luogo. Ma le dette imperfezioni accidentali non entrano nel piano della natura (sebbene neppur questo possiamo dire non conoscendo l’intero ordine ed armonia delle cose); non ne sono però matematicamente e necessariamente esclusi, e sono da lei quasi permessi, in quel modo come dicono i Teologi che Dio permette il peccato, ch’é sommo male e imperfezione, ma accidentale: e in ogni modo il piano, il sistema, la macchina della natura, è composta e organizzata in altra maniera da quella della ragione, e non risponde all’esattezza matematica.