Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/792

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[p. 188 modifica] e questo in tutte le lingue, perché ogni nuova parola deve aver qualche immediata e precisa ragione per venire in uso e per esser tale e non altra e per esser subito e generalmente e facilmente intesa e applicata a quel tale oggetto, e ricevuta in quella tal significazione; il che non può avvenire mediante il capriccio di un’invenzione arbitraria. Di piú, c’é forse lingua che ne’ suoi principii e di mano in mano non sia stata composta di voci straniere e d’altre lingue? Quante ne ha la lingua nostra prese dal francese, dallo spagnolo, dalle lingue settentrionali, e tuttavia riconosciute, e necessariamente, e legittimamente divenute da gran tempo italiane? Come in fatti si formerebbe una lingua senza ciò? colla sola invenzione a capriccio, o mediante un trattato, un accordo fatto espressamente, e individuo per individuo, da tutta la nazione? Perché dunque quello ch’era lecito, anzi necessario ne’ principii e dopo, non sarà lecito ora nel caso della stessa necessità relativamente a questa o quella parola? Cosí fa tuttogiorno la lingua francese, cosí