Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/871

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[p. 231 modifica] quanti di quei mestieri che servono alla preparazione di cose anche usualissime e stimate necessarie alla vita oggidí, sieno, per natura loro, nocivi alla salute e alla vita di coloro che gli esercitano. Che ve ne pare? Che la natura abbia molte volte disposto alla sussistenza o al comodo di una specie, la distruzione o il danno di un’altra specie, o parte di lei, questo è vero, ed evidente nella storia naturale. Ma che abbia disposta ed ordinata precisamente la distruzione di una parte della stessa specie, al comodo, anzi alla perfezione essenziale dell’altra parte (certo niente piú nobile per natura, ma uguale in tutto e per tutto alla parte sopraddetta), questo chi si potrà indurre a crederlo? E [p. 232 modifica]questi tali mestieri, ancorché usualissimi, e comunissimi, e riputati necessari alla vita, non saranno barbari, essendo manifestamente contro natura? E quella vita che li richiede e li suppone, ancorché comoda e stimata civilissima, non verrà dunque ella pure ad essere evidentemente contro natura? Non sarà dunque barbara? (30 marzo 1821).


*    Alla p. 499, fine. A quello che ho detto della derivazione di favellare ec. da fabulari ec. aggiungete lo spagnuolo hablar, habla ec., cioè fablar,