Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/895

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[p. 247 modifica] il che egli non potendo fare mentre vive, ricadrebbe nell’egoismo individuale. L’egoismo universale (giacché anche questo non potrebb’essere altro che egoismo, come tutte le passioni e tutti gli amori dei viventi) è contraddittorio nella sua stessa nozione, giacché [p. 248 modifica]l’egoismo è un amore di preferenza, che si applica a se stesso o a chi si considera come se stesso: e l’universale esclude l’idea della preferenza. Molto piú poi è stravagante l’amore sognato da molti filosofi, non solo di tutti gli uomini, ma di tutti i viventi e, quanto si possa, di tutto l’esistente; cosa contraddittoria alla natura, che ha congiunto indissolubilmente all’amor proprio una qualità esclusiva, per cui l’individuo si antepone agli altri e desidera esser piú felice degli altri e da cui nasce l’odio, passione cosí naturale e indistruggibile in tutti i viventi, come l’amor proprio. Ma, tornando al proposito, la detta società di mezzana grandezza non è altro che una nazione. Perché l’amore delle particolari città native è dannoso oggi come l’amore de’ piccoli corpi, non producendo niente di grande, come non dà eccitamento né premio a virtú grandi, e d’altra parte staccando l’individuo dalla società nazionale, e dividendo le nazioni in tante parti, tutte intente a superarsi l’una coll’altra e quindi nemiche scambievoli: del che non si può dare maggior pregiudizio. Le città antiche, se anche erano piccole come le moderne, e tuttavia servivano