Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/896

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[p. 248 modifica] di patria, erano però piú importanti assai, per la somma forza d’illusioni che vi regnava e che, somministrando grandi eccitamenti e premi grandi, ancorché illusorii, bastava alle grandi virtú. Ma questa forza d’illusioni non è propria se non degli antichi, che come il fanciullo sapevano trar vita vera da tutto, ancorché menomo. La patria moderna dev’essere abbastanza grande, ma non tanto che la comunione d’interessi non vi si possa trovare, come chi ci volesse dare per patria l’Europa. La propria nazione, coi suoi confini segnati dalla natura, è la società che ci conviene. E conchiudo che senza amor nazionale non si dà virtú grande. Da tutto ciò deducete il gran vantaggio del moderno stato, che ha tolto assolutamente il fondamento, anzi la [p. 249 modifica]possibilità della virtú, certo della virtú grande, e grandemente utile; della virtú stabile e solida e che abbia una base e una fonte durevole e ricca.

4°, Lascio la gran vita che nasce dall’amor patrio, e in proporzione della sua forza, ch’é massima ne’ popoli liberi e che gli antichi godevano mediante questo, e la morte del mondo, sparito che sia l’amor patrio, morte che noi sperimentiamo da gran tempo.

5°, Le guerre moderne sono certo meno accanite delle antiche e la vittoria meno terribile e dannosa al vinto. Questo è naturalissimo. Non esistendo piú nazioni,