Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/901

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[p. 252 modifica] fa nemici di quelli che ci circondano, o che noi conosciamo ed hanno attenenza con noi, e massime di quelli che battono la nostra stessa carriera e aspirano allo stesso scopo che noi cerchiamo e dove vorremmo esser preferiti; di quelli che, essendo piú elevati di noi, destano per conseguenza l’invidia nostra e pungono il nostro amor proprio. Lo straniero, al contrario, ci è per lo meno indifferente e spesso piú stimato dei conoscenti, perché la stima ec. è fomentata dalla lontananza e dalla ignoranza della realtà e dallo immaginario che ne deriva; ed infatti, in un paese dove non regni amor patrio, il forestiero è sempre gradito, e i costumi, i modi ec. ec. tanto suoi, come di qualunque nazione straniera, sono sempre preferiti ai nazionali ed egli lo è parimente. Cosí che il soldato oggidí è molto piú nemico, sí di quelli in cui compagnia combatte, sí di quelli in cui vantaggio, per cui volere, sotto di cui combatte, che di coloro ch’egli combatte ed uccide. E tutto ciò per natura delle cose e non per capriccio. Talché, se vorremo una volta considerar bene le cose e non le apparenze, troveremo molta piú barbarie oggidí nella uccisione di un nemico solo, che anticamente [p. 253 modifica]nel guasto di un popolo: perché questo era del tutto secondo natura, quello è per tutti i versi contrario alla natura.