Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/933

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[p. 276 modifica] usuale, quotidiana, propria e materna, è piccolissima; e molto minore che non si crede. Una stretta conformità di linguaggio, e per conseguenza una medesima lingua strettamente considerata, non è comune se non ad un numero ben piccolo di persone e non occupa se non un piccolo tratto geografico.

1°, Ognuno sa e vede in quante lingue riconosciute e scritte e distinte con precisione sia divisa l’Europa e il mondo, e come ciascuna nazione usi una lingua differente precisamente dalle altre e propria sua, sebbene possa aver qualche maggiore o minore affinità colle forestiere.

[p. 277 modifica]2°, Diffondendosi una nazione ed occupando un troppo largo tratto di paese e crescendo a un soverchio numero d’individui, l’esperienza continua dei secoli e la fede di tutte le storie dimostra che la lingua di quella nazione si divide, la conformità del linguaggio si perde, e per quanto quella nazione sia veramente ed originariamente la stessissima la sua lingua non è piú una. Cosí è accaduto alla lingua de’ celti, diffusi per la Gallia, la Spagna, la Bretagna e l’Italia ec., con che la lingua celtica s’é divisa in tante lingue, quanti paesi ha occupato la nazione. Cosí alla teutonica, alla slava ec., e fra le orientali all’arabica, colla diffusione de’ maomettani.

3°, Sebbene un popolo conquistatore trasporti e pianti la sua lingua nel paese conquistato, e distrugga anche del tutto la lingua paesana, la sua lingua in quel tal paese appoco appoco si altera, finattanto che torna a diventare una lingua diversa dalla introdottaci. Testimoni i romani