Plico del fotografo/Libro I/Parte I/Sezione V

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Sezione V

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[p. 80 modifica]spostala; e che la luce, passando per un mezzo trasparente a facce inclinate, per un prisma, subisce una alterazione ed una deviazione permanente. Non è possibile che la cosa succeda altrimenti quando si fa uso di un mezzo omogeneo, di un prisma composto di una sola qualità di vetro. Se nella costruzione del prisma si fa uso di due vetri di forza dispersiva differente, si può ottenere che la luce venga solamente deviata dal suo corso, ma non alterata o decomposta. Due vetri sono di forza dispersiva differente quando uno rifrange i raggi di un certo calore piò dell’altro, e meno di questo i raggi di un altro calore.

Questi due vetri sono ordinariamente il jlintglast, che dà uno spettro con poco rosso e mollo violetto, ed il crownglass che dà invece poco violetto e molto rosso nello spettro, che col suo prisma si produce. Quando si riuniscono convenientemente questi due vetri io un prisma si comprende che la luce ne sorte inalterata, perchè i colori, che dapprima si separano, si confondono poscia in modo da riprodurre la luce bianca. Egli è sopra un tal principio che si fonda tutta l’arte di costrurre le lenti acromatiche, ossia capaci di trasmettere la luce senza decomporla nei suoi colori, e per coi raggiunsero un allo grado di perfezione le lenti pel microscopio, pei cannocchiali e per la camera oscura.

SEZIONE V.

Diffratione t polariisaiione Mia luct.

Diffraiione Mia luce. — La diffrazione è un fenomeno che venne per la prima volta osservato da Grimaldi. Questo fenomeno riceve una completa spiegazione nella teoria delle ondulazioni, mentre non si può spiegare colla teoria deH’emissione.

Per farci un’idea di questo fenomeno prendiamo una camera oscura, e, dove si pone l’oggeltivo, mettiamo una lastra di latta annerita con nero di fumo ed essenza di trementina, ed avente una molto piccola apertura del diametro di 1 millimetro appena. Portiamo questa camera all’aperto ed osserviamo l’immagine che viene a prodursi nel vetro spulilo, circondandolo con [p. 81 modifica]una tela nera per impedire la luce diffusa esterna, che renderebbe invisibile la immagine, si troverà che questa immagine è mollo debole se il vetro è distante dalla piccola apertura, ma che, se il vetro spulilo sarà più vicino ad esso, l’immagine è abbastanza intensa, e che si può riprodurre fotograficamente, se la luce del sole, che illumina gli oggetti, non viene direttamente a colpire di fronte la camera oscura.

Ma se il sole manderà i suoi raggi verso la piccola apertura, per cui la luce penetra nella camera oscura, in modo che i raggi solari vengano a rasentare gli orli deU’aperlura, non sarà più possibile osservare una distinta immagine sul vetro spulilo, perchè l’immagine sarà resa confusa da una moltitudine di frangie colorate coi colori dell’iride; e se inoltre gli oggetti che stanno avanti alla camera sono molto illuminati, come quando, per es., si trova sul suolo della neve, allora sul vetro spulito non si trova più alcuna immagine degli oggetti, ma esso sarà letteralmente coperto di frangie variopinte derivanti dalla diffrazione prodottasi nei raggi luminosi rasentando gli orli del picco! foro nel loro ingresso nella camera oscura.

Il fenomeno si spiega dicendo, che due ondulazioni, ossia due moti vibrafoni, effettuandosi sopra la stessa molecola dell’etere in fasi opposte, l’una tende ad elidere l’effetlo dell’altra, e così ne succede un’alterazione nel moto e nella lunghezza delle onde, per cui la luce non apparisce più bianca, ma bensì colorata, e può persino distruggersi parzialmente, come provasi, osservando il vetro spulito che in alcune parti appare senza luce alcuna.

I colori che si manifestano sopra strali sottili, gli anelli colorali di Newton, i colori che si manifestano sopra una bolla di sapone, sono dovuti alla interferenza dei raggi riflessi dalla interna superfìcie con quelli riflessi dalla superficie esterna. Lo spettro solare, ossia l’immagine colorata che produce la luce passando a traverso del prisma, se si esamina col mezzo di un microscopio, fa vedere una quantità di righe scure dette di Fraunhofer dal loro scopritore, e che, per la loro fissità vennero utilizzale nell’arte di acromatizzare le lenti. Queste righe sono dovute al fenomeno della diffrazione, ossia ad un’interferenza delle onde luminose tra loro nel traversare il prisma.

fi Fotografia. [p. 82 modifica]Il fenomeno della diffrazione della luce ha una grande influenza nella produzione delle immagini fotografiche, come si può arguire dal caso narrato di sopra di una camera oscura con piccolissima apertura, e la sua influenza si fa tanto più fortemente sentire, quanto più intensa ò la luce presso cui si opera.

Polariizasione della luce. — Le proprietà della luce polarizzata sono tanto diverse da quelle della luce naturale, che è impossibile il confondere un raggio di luce polarizzata con un raggio di luce naturale, che viene direttamente da una sorgente luminosa.

La luce naturale si cambia in luce polarizzata o colla semplice riflessione fatta sotto un certo angolo, o colla rifrazione in circostanze particolari.

Le ondulazioni che produce la luce polarizzata intorno la retta, che essa percorre, non si formano in tutti i piani possibili, come presso la luce naturale, ma solamente in un piano, nella così detta polarizzazione piana, e formano una spirale intorno alla retta stessa nella polarizzazione circolare.

La luce polarizzata non può più riflettersi sopra una seconda superfìcie sotto un determinato angolo di incidenza, e non può più passare a traverso di certe sostanze, come p. e. una lamina di tormalina tagliata parallelamente all’asse, quando la sua sezione principale è parallela al piano di polarizzazione.

L’angolo di incidenza, sotto cui si fa la polarizzazione della luce, è vario pei diversi corpi. Pel vetro esso è di 35° 5, per l’acqua è di 37°. llavvi una relazione molto semplice tra l’indice di rifrazione e l’angolo di polarizzazione, da cui si può dedurre uno di questi elementi quando si conosce l’altro.

Per riconoscere se un raggio di luce è polarizzato basta farlo riflettere sopra una superficie di vetro sotto l’incidenza sopraddetta di 3 5", 5, e di far girare il piano di incidenza. Se, in una certa posizione, il raggio riflesso è nullo, il raggio ò completamente polarizzalo.

Un fascio di raggi, che cada sopra una lamina di vetro a facce parallele, sotto l’angolo di polarizzazione, l’attraversa polarizzandosi parzialmente; una pila di 1 5 a 30 lastre di vetro può polarizzare compiutamente la luce che emerge ritratta. [p. 83 modifica]Molle soluzioni di sostanze organiche hanno la proprietà di polarizzare la luce in modo particolare ed in proporzione della loro concentrazione, per cui la polarizzazione è diventata un importante ausiliario nelle analisi chimiche.

Le proprietà della luce polarizzata sono fotograficamente più deboli, ma i colori che ne risultano, e le sue leggi di interferenza non differiscono da quelle della luce comune. E in parte dovuto alla polarizzazione e diffrazione che subisce la luce per venire nqllo studio del fotografo, se ivi trovasi minor sensibilità che non all’aria aperta.

Essendo meno attiva, chimicamente, la luce polarizzata, sembra che dovrebbe essere più facilmente tollerata dall’occhio. È tutto l’opposto. Essa è molto dannosa all’occhio, e ciò non deve essere dimenticato da chi fa uso di occhiali e deve maneggiare strumenti ottici.