Poema paradisiaco/Hortulus Animae/L'inganno
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Gabriele D'Annunzio - Poema paradisiaco (1892)
Hortulus Animae - L'inganno
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L’INGANNO.
No, non soffro. Se sono taciturno,
la sera, quando mi ti seggo ai piedi
(oh il terrore del prossimo notturno
supplizio in quel gran letto bianco!), credi,
5è perché meglio l’anima assapora
questa tranquillità deliziosa
(giorno e notte un pensiero mi divora
l’anima, senza posa, senza posa),
questa tranquillità che mi circonda
10d’un gaudio troppo, forse, inconsueto.
(Fate, Signore, fate ch’io nasconda
per sempre il mio terribile segreto!)
Oh questa gran rinunzia e quest’oblìo
di tutto, ai piedi tuoi! Sii benedetta.
15(L’anima non avrà giammai l’oblìo,
giammai l’oblìo, giammai.) Sii benedetta.