Poesie (Eminescu)/XXVIII. Il paggio Cupido

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XXVIII. Il paggio Cupido

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Mihai Eminescu - Poesie (1927)
Traduzione dal rumeno di Ramiro Ortiz (1927)
XXVIII. Il paggio Cupido
XXVII. I pensieri del povero Dionisio XXIX. Oh, resta!

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XXVIII.

IL PAGGIO CUPIDO.


Il paggio Cupido, il malizioso
paggio, molto è crudele e seducente:
coi bambini s’accapiglia,
e dorme in letto colle belle.

5Dalla luce, come i ladri,
ei si guarda quanto può,
per le finestre entra di notte,
camminando in punta di piedi.

Nastri, piume e bagattelle
10son tutto il suo tesoro,
liberale quando non chiedi,
ed avaro quando domandi.

Nel volume roso dai tarli
tu indaghi la notte il vero?
15ecco che di tra le pagine
cade a terra una ciocca de’ suoi capelli.

Ei dà pensieri oscuri
all’età cruda e acerba,
e con immagini luminose
20la culla tutta la notte.

Quando d’una sete ineffabile
la giovinetta sente ardere il cuore,
è che han dormito insieme nel letto
come due pulcini di tortorella.

25È timido come un bambino,
ma il suo sorriso è malizioso,
e gli occhi suoi son tristi
come quelli d’una vedova.

Gole e omeri di neve,
seni rotondi e colmi

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egli gode d’abbracciare
e nasconder colle mani.

Se lo preghi umilmente
è abbastanza traditore
da sottrarre ai bianchi veli
ogni sorta di misteri.