Poesie (Fantoni)/Odi/Libro II/LI. A Gaetano Capponi

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LI. A Gaetano Capponi

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Libro II - L. A Lazzaro Brunetti Libro II - LII. Il sogno
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LI

A Gaetano Capponi

Su lo stato morale e politico dell’ Italia nel 1806

(1806-7)

     Germe di quel magnanimo,
cui viltade e timor fûr nomi ignoti,
ahi, quanto son nell’animo
dissimili dagli avi i rei nipoti!

     5Quei che si mal chiamarono
«secoli di barbarie», oh, quali in terra
di pace non crearono
e libere nutrîro alme di guerra!

     Di quest’etade i gracili
10figli, velando di virtú le voci,
ad avvilirsi facili,
perché non vili, li nomar «feroci».

     Ma ov’è, fra noi, chi, docile
della patria all’amor, doni se stesso,
15e, ad ogni giogo indocile,
ami, pria di servir, cadere oppresso?

     Ove un Fregoso nobile
per valor, per costumi e per consiglio?
Ove colui che ignobile
seppe all’impero preferir l’esiglio?

     Ove quel Doria impavido,
prodigator di vita e di ricchezza?
Ove, di senno gravido,
trovi chi un regno ed il regnar disprezza?

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     25Maggior della minaccia,
ov’è il tuo Pier, che al portamento e agli
Fiorenza esalti e in faccia
d’un tiranno stranier laceri i patti?

     Di pochi in petto or fervono
30gl’itali sensi dell’antico orgoglio:
curvi i piú stolti servono,
né alzar osan gli sguardi al Campidoglio.

     Invan sdegnati fremono,
disarmate le destre, il vile e il forte:
35ambo, scherniti, temono
involontaria o inonorata morte.

     Torpe nell’ozio e giòlita
la gioventude effeminata e molle,
non come prima solita
40plebe togata a rovesciar le zolle.

     Gl’imberbi figli pascono
di pravi esempi i degradati padri,
e di color che nascono
maestre di peccar stanno le madri.

     45Della materna Venere
presto l’audacia ogni donzella eredita,
e nelle fibre tenere
i compri amori dai primi anni medita.

     Adulta, volge amabile
50lascivi sguardi e mostra il seno ignudo;
poi cerca infaticabile,
del marito alla mensa, utile un drudo.

     Quei ride, o doni, stupido,
dell’Istro ai duci dell’onore i danni,
55od, ambizioso e cupido,
li venda al Franco o ai mercator britanni.

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     Né, ai spessi insulti immobile,
lagnarsi ei sa d’oltramontana fraude;
ma, servo indegno e mobile,
60biasma chi parte e a quel che impera applaude.

     Oh infamia! Mentre apprezzano
d’Esperia i figli il peregrin servaggio,
s’odian, fra lor si sprezzano,
e ogni motto è cagion d’ira e d’oltraggio.

     65Vostre divise voglie
strazian del mondo la piú bella parte,
e lo stranier le spoglie
dell’Italia impotente avido parte.

     Deh, omai fra noi, deh cessino
70le compre risse e le viltá frequenti!
Le destre e i cor si appressino,
e abbiano itale leggi altín le genti.

     Se la perduta gloria
non vi riscuote, se del vinto mondo
75l’onorata memoria
non vi risveglia dal sopor profondo,

     se di un lungo servizio,
per gli altri amari, a voi son dolci i frutti,
possenti almen nel vizio,
80siate servi d’un solo e non di tutti.