Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/CXLIII

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CXLIII

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S’io sto, chi va? e s’io vo, chi rimane?
(Cosa ch’al cor l’è ben dubbia e molesta);
manca la possa e la voglia vien presta:
l’un si sconosce e l’altro ha voglie strane.

E, pervagando pur d’oggi in domane,
questa nostra ambizion falsa e capresta
seduce e ’nganna al sollevar la cresta,
dando caloma alle miserie umane.

Così si merta, e quel che me’ resiste
più si conosce; adunque men s’inganna
chi me’ persiste ov’è maggior bisogno.

Dunque, a reprimer noi quel più ci afanna;
’l corpo grave sol in l’alma consiste,
e chi in altro vacilla è brieve sogno.