Poesie varie (Pascoli)/1882-1895/A Maria che l'accompagnò alla stazione

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1882-1895 - A Maria che l'accompagnò alla stazione
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A MARIA1

che l’accompagnò alla stazione


Non sono io forse il piccolo Giovanni
che sua mamma accompagna alla stazione?
Essa gli ha messo in ordine i suoi panni,
4i suoi colletti, le camicie buone.

Esso va, solo; solo va lontano
per aiutare la sua dolce madre,
vedova: ei deve a lei dare una mano
8per gli altri; agli altri deve far da padre.

E molte cose con sospir gli ha detto
nella soave e piana sua favella,
e già gli pose, con sospiro, al petto
12l’argentea croce di suo padre... quella...

Ed ora eccola al piè del nero treno,
piccola, con un pallido sorriso,
scarna, muta, pensosa; l’occhio, pieno
16di lagrime invisibili, in lui fiso.

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Le labbra bianche con la triste piega
dicono ancora ciò che il cuor ben ode:
oltre lui guarda a quando a quando, e prega;
20oh! parla e guarda all’angelo custode.

In treno per Siena. Agosto 1892.

Note

  1. [p. 233 modifica]con queste strofe l’autore esprimeva per lettera da Siena la sua commozione a Maria ch’era rimasta sola a piè del treno dopo averlo visto partire e avergli posto al collo la croce che aveva sul petto il suo padre quando morì. Devo avvertire che non si trattava della madre, ma della sorella che in quel momento e in quell’atteggiamento gli ricordava la madre? sì che gli pareva di essere un buon figliuolo che andasse lontano per aiutarla col suo lavoro?