Pultava/Prefazione

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Prefazione

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Pultava I

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PREFAZIONE.


Una delle avventure di Mazeppa, illustrata dalla penna di Lord Byron e dal pennello di Orazio Vernet, ha reso popolare fra noi il nome di quell’eroe dei Cosacchi.

Byron descrisse i fatti della giovinezza di Mazeppa. Puschin nel poema di Pultava narra le relazioni di Mazeppa colla figlia di Cocciu-bei, la battaglia in cui Carlo XII e l’etmanno1 furono vinti, e dopo la quale doverono ricovrarsi in Turchia.

Caviamo i seguenti ragguagli dalla Biografia universale. Nominato che fu etmanno dei Cosacchi, guadagnò la fiducia di Pietro il grande; il quale, sodisfatto di trovare in lui un ausiliare zelante e coraggioso, lo insignì del cordone di Sant’Andrea. Creato quindi principe dell’Ucrania, Mazeppa deliberò di francarsi da una parte subalterna che da lungo tempo pesava alla sua indole ambiziosa ed attiva. Carlo XII ed i suoi Svedesi, proseguendo il loro cammino vittorioso, avevano dato un re alla Polonia e minacciavano il territorio russo. L’etmanno allora si sottrasse alla dominazione dello zar e trattò colli Svedesi. Si afferma che già durante le campagne di Polonia Mazeppa avesse scandagliato i principali del paese, e si fosse impegnato di ridurre l’Ucrania sotto l’obedienza di Stanislao Leczinski, a patto che la Severia gli sarebbe ceduta a titolo di sovranità. Comunque sia di tale primo passo, sia che Mazeppa si fosse conservato polacco nel cuore, o piuttosto che cercasse di assicurarsi un potere indipendente, tese le braccia a Carlo XII, e [p. 206 modifica]profferse di mettere a disposizione sua tutte le forze e i tesori dell’Ucrania. Intanto velava con arte le sue sorde pratiche; e affin di meglio velare i suoi disegni, finse di volgere i suoi pensieri alla morte. Più che sessagenario, ma ancora pieno di vigore, parve assumere ad un tratto i segni della decrepitezza. Attorniato da medici, stava abitualmente in letto, affettava l’esterno dell’uomo debole e sofferente. Evitava d’ubriacarsi per timore di svelare in mezzo all’ebrezza il secreto della sua defezione, e raddoppiava d’affabilità al fine di procurarsi l’affezione dei suoi primari offiziali. Cercando d’irritare lo zar contro i Cosacchi Zaporoghi, gli rappresentava che la loro indisciplina gli aveva costato una somma di cento mila scudi pagati ad una caravana di mercanti greci da essi spogliati, e toglieva a provargli che era interesse della Russia di domare quel popolo indocile. In pari tempo travagliava i Zaporoghi, insinuando loro che Pietro aveva giurato la loro perdita; voleva cedere la piccola Russia alla Polonia, e frattanto assoggettarli ad una disciplina regolare. Le cose erano in tale stato, quando lo zar n’ebbe sentore per la dichiarazione di Vassi Cocciubei, generale dei Cosacchi, e d’Iscra suo parente, colonnello di Pultava. Pietro non volle creder nulla da principio e pieno di fiducia inviò sotto buona scorta i due denunziatori all’etmanno, il quale li fece decapitare ai 14 di luglio dell’anno 1708. Mazeppa minacciato fu sollecito a fortificare le sue piazze d’arme; ma tale lotta diseguale ebbe un altro risultato di quello che egli credeva. La città capitale di Mazeppa (Baturino) cadde coi suoi tesori e colle munizioni in potere dei Russi; la forca fu il supplizio degli aderenti dell’etmanno, al quale fu tagliata la testa in effigie. Divenuto odioso ai suoi soldati dopo la scoperta del suo tradimento, gli riuscì a stento di raccoglierne un piccolo numero, e si recò da fuggitivo presso Carlo XII il quale s’avanzava verso l’Ucrania. Il conquistatore preferì il consiglio di Mazeppa a quello dei generali svedesi, e s’implicò nelle pianure di Pultava. Dopo la rotta dell’esercito svedese sotto le mura di quella città, Mazeppa si ricoverò in Valachia, poi a [p. 207 modifica]Bender dove morì nel 1709. Li storici non si accordano sulla età che aveva allora.

L’istoria non parla degli amori di Mazeppa con Maria figlia di Cocciu-bei. Questi però vivono nelle tradizioni popolari, delle quali Puschin si è giovato per la composizione del suo poema.






  1. Hetmann o ataman chiamano i Cosacchi il loro comandante. Het-man vien dal tedesco hauptmann, capitano.