Quando il dormente si sveglierà/IX. Il popolo è in marcia

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IX. Il popolo è in marcia

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Herbert George Wells - Quando il dormente si sveglierà (1899)
Traduzione dall'inglese di Anonimo (1907)
IX. Il popolo è in marcia
VIII. Sui tetti X. La battaglia nelle tenebre

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Capitolo IX.

Il popolo è in marcia.

Alzando gli occhi Graham vide un giovanotto dalla carnagione scura e vestito di giallo che gli porgeva un bicchiere pieno di un liquido chiaro. Appena presa quella bevanda si sentì penetrato da un gran calore.

Un uomo alto di statura vestito di nero stava in piedi accanto a lui, indicandogli colla mano la porta semi-aperta che dava sull’atrio. Per quanto egli gli parlasse all’orecchio ad alta voce, pure ciò che diceva rimaneva indistinto a causa dello spaventoso mormorio dell’enorme teatro. Dietro a quell’uomo vestito di un abito color grigio argento, stava una fanciulla che a Graham parve molto bella: essa fissava verso di lui i suoi occhi neri pieni di mistero e di curiosità, mentre le sue labbra semi-aperte tremavano.

Dalla porta socchiusa si scorgeva l’anfiteatro pieno di gente e si udiva un grande e disuguale tumulto: scalpiccìo di piedi, applausi e grida che morivano, rinascevano, ingrossavano in un rumor rimbombante: e continuarono così intermittenti, durante il colloquio che avveniva nella piccola stanza. [p. 106 modifica]

Graham osservando le labbra dell’uomo vestito di nero, capì che questi era disposto a dargli una sommaria spiegazione. Con sguardo vago contemplò stupito tutte quelle coste intorno a lui, quindi si alzò bruscamente e impadronendosi con forza del braccio di colui che parlava:

— Ditemi, — supplicò, — chi sono io? Chi sono io?

Gli altri si approssimarono per udir meglio.

— Chi sono io?

I suoi occhi esaminavano avidamente quelle facce.

— Non gli hanno detto nulla! — esclamò la fanciulla.

— Parlate, parlate! — gridava Graham.

— Voi siete il Padrone della terra! Voi siete il possessore della metà del mondo!

Graham non ci poteva credere.... e rifiutò di persuadersi, e finse di non intendere, di non capire.... Nuovamente alzò la voce:

— Sono tre giorni che mi sono svegliato.... e tre giorni che son sequestrato.... Suppongo che ci sia un contrasto fra una parte degli abitanti della città.... e coloro che si riuniscono nel gran salone dove sta l’Atlante bianco? Che cosa c’entro io in tutto ciò? E che cosa può farmi tutto questo? Come?... Perchè?...

Ecco quello ch’io non so.... Mi sembra che durante il mio sonno il mondo sia diventato pazzo.... o lo son diventato io Chi sono quei Consiglieri sotto l’Atlante?... Perchè.... vorrebbero tentare di darmi dei sonniferi?

— Per farvi cader nuovamente in letargo, — spiegò l’uomo vestito di giallo, — e per impedirvi d’intervenire.

— Ma perchè? [p. 107 modifica]

— Perchè siete voi l’Atlante; o Sire. Il mondo posa sulle vostre spalle ed è governato in nome vostro....

Intanto nell’atrio non si udiva più alcun rumore, e vi regnava un silenzio turbato soltanto da una voce unica, monotona: poi improvvisamente sorse un chiasso sfrenato: un mormorio e un rumore assordante.... gli evviva, le molteplici acclamazioni si rinnovarono.... voci fioche, voci sonore si urtavano e s’intrecciavano.... E finchè durò tutto quello schiamazzo, coloro che erano nella piccola stanza non si sentirono parlare.... Graham in piedi, avvinceva disperatamente il suo spirito a ciò che gli avevano detto...

— Il Consiglio.... — ripeteva balbettando: poi gli tornò ad un tratto in mente un nome che l’aveva colpito: — Ma chi è Ostrog? — domandò.

— È l’organizzatore.... l’organizzatore della rivolta....

Il nostro capo.... nel nome vostro....

— Nel mio nome?... E voi?... Perchè egli non è qui?

— Noi siamo i suoi rappresentanti Io sono il suo fratellastro: Lincoln. Egli vuole che voi vi mostriate a tutti e che poi andiate da lui. Ecco perchè ci ha mandato. Esso è nell’ufficio dei «Motori a vento» che dirige.... Il popolo è in marcia....

— Nel vostro nome, — gridò il più giovane dei due, — hanno governato, calpestato, tiranneggiato. Ma finalmente....

— Nel mio nome! Il mio nome!

Durante una bonaccia momentanea del frastuono esteriore, il giovane dal rosso naso aquilino e dai folti mustacchi potè farsi udire: egli gridava, irritato, con voce alta:

— Nessuno si aspettava che vi svegliaste. Erano [p. 108 modifica]astuti... i maledetti tiranni. Ma sono stati còlti all’improvviso!... Essi non sapevano se dovevano o addormentarvi o ipnotizzarvi o uccidervi.

Di nuovo un fracasso che superò le voci.

— Ostrog è all’ufficio dei «Motori a vento» ed è pronto.... Già in questo momento si sente il rumoreggiare del combattimento.

L’uomo che aveva dichiarato chiamarsi Lincoln si avvicinò; — Ostrog ha formulato il suo piano. Fidatevi di lui!

Noi siamo bene organizzati e già pronti.... c’impadroniremo degli scali delle macchine volanti.... Forse egli è già riuscito.... Allora.., — Quel pubblico anfiteatro, — gridò l’uomo vestito di giallo, — non contiene che un contingente. Noi abbiamo cinque miriadi d’uomini.

— Noi abbiamo delle armi, — esclamava Lincoln, — noi abbiamo un piano da eseguire.... un capo La loro polizia ha abbandonato le strade e si trova ammassata nel....

II resto della frase si perdette.

— Ora o mai,.. Il Consiglio trema.... Essi non osano fidarsi nemmeno de’ propri uomini....

— Ascoltate il popolo che vi chiama!

Lo spirito di Graham somigliava ad una notte di luna attraversata da rapide nuvolette: ora oscuro e senza speranza, ora illuminato da una luce splendida e chiara.... Era il padrone del mondo, è vero, ma ciò non impediva che fosse bagnato fino alle ossa dalla neve liquefatta. Nella confusione delle proprie impressioni quelle che primeggiavano fra le altre gli rappresentavano un gran contrasto: da una parte il Consiglio degli uomini vestiti di bianco, potente, di[p. 109 modifica]sciplinato, non numeroso, il Consiglio a cui era sfuggito: dall’altra una folla mostruosa, masse ammucchiate di persone impossibili a distinguere, che inneggiavano al suo nome, salutando il Maestro. I primi l’avevano imprigionato; avevano conteso sulla sua morte; gli altri, coloro che lo acclamavamo dall’altra parte della porticina, lo avevano salvato: ma non potevano spiegarsi le ragioni di un tal disordine.

La porta si aprì: la voce di Lincoln fu portata via e sommersa dal rumore: intanto alcuni individui si precipitarono su Graham e su Lincoln gesticolando: e le grida che si udivano dal di fuori, spiegavano ciò che usciva dalle labbra di quella gente che non si poteva capire.

— Mostrateci il Dormente! Mostrateci il Dormente! — tal era il ritornello di quell’intenso frastuono....

— Ordine! silenzio! — urlavano altre voci.

Graham si voltò verso la porta aperta e al suo sguardo apparve il lungo quadro della sala vicina, un caos incessante, un brulichio di migliaia di facce, di uomini e di donne confuse insieme che urlavano, deliravano, agitando i propri abiti di un azzurro pallido.

colle mani stese. Molti erano in piedi: un uomo coperto di cenci d’im color cupo, dalla faccia scarna, si era appollaiato sopra una panca, brandendo un pezzo di stoffa nera. Gli occhi di Graham si incontrarono con quelli della fanciulla, pieni di maraviglia e di speranza.... che cosa voleva da lui quella gente?

Sentiva confusamente che il chiasso di fuori aveva cambiato carattere, che era in un certo modo crollato....in cammino. Anche lo spirito di Graham cambiava: per un minuto egli non si rese conto dell’influenza che lo trasformava: fu quasi assalito da [p. 110 modifica]un timore panico, ma dopo aver superato una tale emozione tentò di farsi intendere, di sapere ciò che si volesse da lui.

Lincoln gli urlava all’orecchio ma non giungeva a distinguer la sua voce; tutti, eccettuata la fanciulla, gesticolavano, indicando l’atrio.... Allora Graham capì ciò che modificava quel baccano; la folla cantava:.

Non era però semplicemente un canto; le voci erano unite e sostenute da un torrente di musica strumentale, simile a quella di un organo,; un insieme di suoni, costituiti dalla sonora fanfara delle trombe, dal rumore delle bandiere spiegate, da tutto lo slancio e da tutto, l’apparato di una marcia di guerra.

E i piedi di tutta quella gente battevano il tempo con forza.... Rrrran, rrran....

Si volle trascinarlo verso la porta ed egli obbedì macchinalmente; la forza di quel canto s’impadronì di lui, lo commosse, l’incoraggiò; l’atrio si schiudeva dinanzi lai lui in un vasto brulicar di colorì che si muovevano al ritmo della musica....

— Agitate le braccia verso di loro, — disse Lincoln.

— Agitate le braccia.

— Così, — fece una voce dall’altra parte, — bisogna che egli faccia così.

E sulla soglia stessa gli fu gettato sulle spalle, fermato attorno al collo, un mantello nero dalle pieghe leggiere.... egli se lo allacciò, poi seguì Lincoln con disinvoltura.

Accanto a lui scorse la fanciulla vestita di grigio; col volto animato, pronta ad accompagnarlo, e in quel momento essa gli apparve eccitata ed entusiasta, come la personificazione del canto della folla.

Guidato da Lincoln, Graham attraversò obliqua[p. 111 modifica]mente il centro del teatro, proprio in faccia al popolo e di nuovo si trovò in quella specie di alcova. Immantinente le onde crescenti del canto furon soffocate da una tempesta di acclamazioni.

Quel vestibolo era un luogo vasto e complesso: formato di gallerie, di balconi, di larghe balaustrate, di scalini disposti ad anfiteatro, e di grandi arcate.

In lontananza, lassù in alto pareva l’imboccatura di un enorme fiume pieno di umanità brulicante.... La folla oscillava in masse compatte: alcune facce scaturivano da quel tumulto, attiravano momentaneamente l’attenzione di Graham, disperdendosi di nuovo indefinite.

Vicino alla piattaforma, sulle spalle di tre uomini stava una donna superbamente bella, dalle chiome bionde disciolte lungo il volto, la quale vibrava in aria un’asta verde. Accanto a questo gruppo, un vecchio dalla faccia rovinata, vestito di tela azzurra, stava fermo in mezzo a quello scompiglio con difficoltà, e più lontano ancora si vedeva muovere una testa senza capelli, e la grande cavità di una bocca senza denti. Una voce gridò improvvisamente questa enigmatica parola:

— Ostrog.

Tutte le impressioni di Graham erano vaghe all’infuori dell’emozione vivissima di quel canto cadenzato che la folla accompagnava coi piedi, battendo il tempo, rrrran.... rrrran.... rrrran....

Le armi verdi si agitavano, brillavano e si piegavano: poi Graham vide che coloro i quali gli erano più vicino davanti alla scena, si erano incamminati verso un gran passaggio centinato a gridavano: «Al Consiglio» battendo i piedi cadenzatamente. Egli alzò il braccio: gli urli raddoppiarono: allora si ricordò [p. 112 modifica]di dover gridare: «Avanti!» La sua bocca proferì inoltre eroiche parole che non furono udite: agitò ancora il braccio, e stendendo la mano dalla parte del passaggio, gridò ancora: «Avanti!» Il popolo non batteva più il tempo.... era partito.... in marcia.... rrrran.... rrrran.... rrrran.... rrrran.... Quell’esercito era composto di uomini robusti, di Vecchi, di giovanotti, di donne dalle braccia nude e dagli abiti amplissimi, di fanciulle, — uomini e donne del nuovo secolo. — Ricche acconciature e cenciosi vestiti si agitavano insieme nella folla, in mezzo al colore predominante: l’azzurro.

Una bandiera nera mostruosa si avanzava a destra. Quindi egli scòrse un negro vestito di azzurro, una donna avvizzita, vestita di giallo: e finalmente un gruppo di uomini dall’alta statura, dai capelli biondi, dal volto pallido, anch’essi in abito azzurro, passò tragicamente dinanzi a lui. V’eran pure due Chinesi. Un giovanotto alto, dalla pallida carnagione, dai capelli neri, dagli occhi lucenti, bianco dalla testa a’ piedi, si arrampicò sulla piattaforma, proclamò la propria devozione, raggiunse con un salto i suoi compagni e si allontanò voltandosi indietro. Teste, spalle, mani stringenti le armi, tutto ciò ondulava nel ritmo della marcia.

Dei volti si isolarono nella confusione; degli occhi s’incontrarono ne’ suoi, quindi sparirono: degli uomini si rivolgevano a lui con dei gesti, urlando cose personali che non udiva. La maggior parte delle facce erano rosse, ma molte avevano un colore livido. Là regnava sovrano il morbo: infatti più di una | mano che si stendeva dinanzi a lui, era scarna e magra. Erano quelli gli uomini del nuovo secolo? [p. 113 modifica]Strana e indescrivibile assemblea! Mentre il largo torrente scorreva innanzi a lui verso destra, altre bande giungevano dalle lontane altezze del vestibolo, prendendo il posto di quelle che andavano in un andirivieni continuo, incessante.... rrrran.... rrrran....

L’eco potente degli archi e dei passaggi rinforzavano e complicavano l’unisono di quel canto. Uomini e donne si confondevano nelle file, rrrran.... rrrran.... rrrran.... rrrran.... E sempre lo stesso rumore dei piedi che segnavan il tempo.... rrrran.... rrrran.... rrrran.... rrrran.... Sembrava che il mondo intero fosse in movimento.... rrrran.... rrrran.... E nel suo cervello risuonava soltanto l’eco di quel rumore regolare....

Gli abiti di quelle persone si allontanavano in un ondeggiar continuo senza che quella marea incalzante di facce che cresceva sempre più giungesse a scomparire.

Rrrran.... rrrran.... rrrran.... Ad un cenno di Lincoln egli si voltò verso il passaggio, accordando inconsciamente il suo passo a quel ritmo, sapendo appena quali movimenti egli facesse, trascinato dalla musica di quel tumulto. La folla, i gesti e il canto, tutto andava in quella direzione. Onde di popolo si spingevano in basso fino a che le facce rivolte verso di lui non fossero al disotto del livello de’ suoi piedi: e capì che gli facevano posto, che tutto un seguito di guardie lo circondava in un corteggio di onore con Lincoln alla destra. Nuovi venuti aumenta van continuamente quella scorta impedendogli la vista della folla verso sinistra. Dinanzi a lui oscillavano le spalle nere delle guardie, tre per tre: il corteggio percorse una specie di ponticello e passò sopra all’arcata, mentre al di sotto il il [p. 114 modifica]torrente umano si spingeva fra i pilastri manifestando al dormente la gioia e la speranza....

Graham non sapeva dovè andasse: non voleva saperlo: lanciò uno sguardo dietro di sè, verso l’estensione immensa di quel hall fiammeggiante.... E sempre quel batter cadenzato dei piedi.... rrrran rrrran.... rrrran.... rrrran....