Ragionamento di Carlo Rosmini cavaliere del S.R.I., accademico fiorentino per servire d'introduzione all'opera da lui meditata degli scrittori trentini e roveretani/Appendice

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../Saggio di Rime IncludiIntestazione 24 marzo 2023 100% Letteratura

Ragionamento Saggio di Rime
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APPENDICE.

Le precedenti notizie intorno a Cristoforo Bucetti, furono da me tratte in gran parte, come s’è potuto vedere, dal suo Canzoniere, perchè con tutte le mie replicate ricerche, non m’era venuto fatto attignere a fonte più sincera e legittima. E dovendo talvolta sotto il velo misterioso de’ versi, andar in cerca di qualche verità, ciò ch’io credeva vero, non mi si conveniva di porgerlo al mio Lettore che come semplice conghiettura, che potea pur troppo esser fallace.

Ma ecco, che nel punto medesimo che il mio opuscolo è sotto il torchio, e fors’anche è stampato, mi vengono da cortese persona inviati alcuni autenticissimi documenti intorno a Cristoforo, che tutti provengono dalla Nobil Famiglia Bucetti Anauniense. Esaminati questi da me attentamente ebbi il piacer di conoscere, che le mie conghietture non furono tutte erronee, e che ciò che son per aggiugnere cavato da’ documenti, illustra, ma non contraddice a buona parte di esse. Non è però ch’io colle man vuote quì mi presenti di bel nuovo a’ Lettori, che anzi prendo fiducia, che quanto io sono per dire, verrà lor caro: e non essendo più tempo [p. 34 modifica]d’incorporarlo nell’operetta supplirò con questa breve Appendice.

E in prima, Padre del nostro Cristoforo fu Matteo Bucetti, come appare da suo testamento fatto l’anno 1569., nel quale Matteo constituisce universali eredi Cristoforo e Michele suoi figliuoli legittimi. In omnibus autem eius Domini Testatoris Bonis praesentibus et futuris, heredes suos universales instituit & voluit, Manificum et Clarissimum Iurium Doctorem Dominum Christophorum eius filium legitimum & naturalem, Consiliarium Serenissimi Principis Caroli Austriani, ac Nobilem Dominum Ioannem Michaelem eius filium aequalibus portionibus.

Michele dunque fu fratel di Cristoforo, e non Girolamo, e questi è colui, al quale il nostro Poeta indirizza, come veduto abbiamo, alcuni sonetti. In qual anno poi nascesse Cristoforo, non ho potuto trovare, ma per ciò che s’aspetta a’ suoi amori, ho ben di che illustrare il già detto. Dorotea d’Arso fu appunto la Donna da lui vagheggiata, e celebrata con tante poesie, e fu quella che divenne finalmente anche sua Moglie l’anno 1564. come apparisce da una Carta di contratto nuziale: ecco il fatto che è molto curioso.

Signore del Castel d’Arso, e Padre di Dorotea fu Cristoforo, Gentiluomo risoluto e iracondo, il quale saputo l’amore che [p. 35 modifica]alla figliola portava il Bucetti, e vedute per avventura anche le composizioni non misteriose in tutto, nelle quali il Poeta non tanto celebrava, quanto infamava la Bella: entrò in sospetto non forse costui avesse troppa dimestichezza con lei; onde senza molto pensare, per torre a se, e alla figliuola ogni onta, inviò un giorno costei, da molti testimonj accompagnata, alla Casa di un Ser Cristoforo Manincordi, intimando seriamente al Bucetti di doverla tantosto sposare. A che si oppose il Bucetti, protestando di non voler mai prender in moglie la donna, se prima il Padre a lei non assegnava congrua e decente dote, e glielo fece intender per Messo. Il Signor Cristoforo d’Arso (che doveva essere uom gretto) montato in furia grandissima, andò al Bucetti, dicendogli di sposar subitamente senz’altre repliche o condizioni la Dorotea; altrimenti egli l’avrebbe fatto bruciar nella casa ove trovavasi in un con gli altri tutti. A una tal risoluta minaccia del Cavaliere, non ebbe più che rispondere il Bucetti, il qual pauroso d’una parte, e lusingandosi dall’altra, ch’egli potrebbe contestare col tempo le sue ragioni e i suoi diritti intorno alla dote, prese per sua legittima moglie la Dorotea; ed ecco le precise parole del contratto nuziale con che narrasi il fatto.

[p. 36 modifica] Ibidem quum Magnificus Dominus Christophorus de Castro Arsii impulsus quadam suspicione matrimonii inter Magnificam Dominam Dorotheam eius filiam; ed Excellentem iuris utriusque Doct. D. Christophorum Busettum de Rallo, misisset per supradictos testes dictam Magnificam Dorotheam ad domum supradictam Domini Christophori Manincordii ad effectum ut a preafato Excellente D. Doctore desponsaretur. Isque Excellens Doct. D. Christophorus Busettus eam desponsare recusaret, nisi primo data sibi Magnificae D. Dorotheae, vel constituta condecenti dote, per suprascriptum D. Magnificum eius Genitorem. Ad eiusdem excellentis D. Doctoris iussum et mandatum, quum supradictus Ser Nicolaus Cadadarcus se contulisset in Castrum Arsii, et supradicta nuntiasset praefato Magnifico D. Christophoro patri antedictae Magnificae D. Dorotheae, reversusque retulisset ex parte dicti Magnifici D. Christophori patris, quod idem excellens Doct. D. Christophorus Busettus ipsam Magnificam D. Dorotheam desponsaret, & si eam desponsare recusaret, quod eos omnes in dicta domo combureret: tunc praefatus Excellens D. Christophorus fretus spe consequendi quae de iure sibi competerent, ac demum ut evitaret periculum dictae comminationis, nec non et ipsa Magnifica D. Dorothea in praesentia supra dictorum testium, et mei Notarii infrascripti, [p. 37 modifica]Domini nostri Jesu Christi, ac Sanctae et Individuae Trinitatis nominibus ac suffragio invocatis, per mutuum invicem consensum corum, et per verba de praesenti secundum ritum Sanctae Matris Ecclesiae, praecedentibus debitis interrogationibus, matrimonium invicem contraxerunt in hunc modum &c.

Quella violenza però fatta al Bucetti, potè scemare di quell’amore ch’ei portava alla sua Dorotea, la qual poi venuta a morte, fu dal Poeta lungamente pianta, come dalle molte poesie si raccoglie, fatte da lui in quest’occasione. Da questi documenti non m’è venuto fatto di ritrar l’anno in cui egli morisse. Certo egli è però, ch’ei viveva nel 1602., ciò apparendo dall’istrumento d’una casa da lui comperata in Trento, nella contrada di Santa Maria Maddalena.