Renovatione della Chiesa/Lettere personali/13

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Lettere personali
lettera 13

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ALLA CHRISTIANISSIMA REGINA DI FRANCIA [Maria de' Medici],
SIGNORA ET PADRONA MIA COLENDISSIMA.1

IN FRANCIA

Christianissima Regina, salute.

Con queste quattro righe vengo a rallegrarmi con Vostra Maestà del felice arrivo, qual ho inteso essergli successo per gratia del Signore, e perché vegga che anco che sia assente col corpo, non dimeno mi è presente con lo spirito, non mi scordando mai delle sue giuste petitione, quale si degni il Signore per sua bontà esaudire. Non ho voluto mancare, al solito delli altri anni quando era qua nella sua città, trargli il Santo nella solennità dell’Epifania, che la custodisca questo presente anno; e gli è sortito S. Giovanni Battista, come vedrà, sendo incluso in questo, insieme con la sententia. E rendasi certa Vostra Maestà che terrò sempre di lei memoria, come so che desidera; ma conoscendomi inhabile ad aiutarla, l’ho data in protetione alla Vergine Santissima, e bramo che concorra ancor lei a questo, con havergli particulare affetto poi che tiene il suo nome. E per non tediarla finisco, salutandola nel Signore. Il simile fa la R.da Madre Priora insieme con l’altre mia Madre e Sorelle, alle quali tutte è restato nel cuore la di lei memoria per la sua humanissima e cortesissima visita, e non mancano offerirla al Signore insieme con la S. M. del Re, suo Consorte, pregandoli da Quello ogni compita felicità.

Di Firenze del nostro Monastero Santa Maria delli Angeli, in Borgo S. Friano, il dì 12 di gennaio 1600 [1601] ab Incarnatione Domini.

Di Vostra Maestà christianissima, humilissima serva

Suor Maria Maddalena de’ Pazzi

Note

  1. Nota: questa lettera è una delle poche testimonianze rimaste della corrispondenza tra la Santa e Maria de’ Medici. Le giuste petitione sono chiarite dal Cepari: Quando la Serenissima Prencipessa Maria Medici nell’anno 1600 fù dichiarata Regina di Francia e nel mese d’ottobre sposata solennemente nella Cathedrale à nome del Re Henrico Quarto con assistenza del Cardinale Pietro Aldobrandino Legato, che fece lo sposalitio; prima ch’ella partisse di Fiorenza per Francia volle visitare Suor Maria Maddalena e menò seco la Gran Duchessa, la Duchessa di Mantova, sorella maggiore di essa Regina, e la Duchessa di Bracciano, e tutto che potessero per la licenza data dal Papa alla Regina entrare tutte tre con Sua Maestà, nondimeno restarono di fuori alla grata, et entrò la Regina sola. E ritiratasi a parlare con Suor Maria Maddalena, la pregò che le ottenesse da Dio con le sue orationi tre gratie: la prima, che il Regno temporale no fosse causa di farle perdere l’eterno, perché quando di questo havesse dubitato, haveria prima eletto di essere una pezzente e di andare limosinando ad uscio per uscio, che accettato di esser Regina; e però pregasse, che quella grandezza nella quale Dion la poneva, che [non] le fusse occasione di perdere la gratia di Dio; la seconda che il Re, suo sposo, l’amasse; la terza di havere figliuoli maschi. La Santa Madre all’incontro domandò tre gratie alla Regina: la prima che ella procurasse con la Maestà del suo Re, che rimettesse nel suo Regno i Padri della Compagnia di Giesù, dicendole che questo era uno de’ gran servitii ch’ella potesse fare a Dio per bene di quel Regno; la seconda che procurasse di stirpare l’heresie e di ridurre il Regno come era al tempo di San Ludovico Re. La terza che fusse amatrice de’ poveri. E le disse che se ciò havesse fatto, teneva per certo che otterrebbe dal Signore quanto desiderava, e particolarmente figliuoli maschi. E l’essortò ad allevargli christianamente. E dopo ch’ella fu partita più volte in quell’anno predisse che la Regina haverebbe figliuoli maschi et più d’uno, come seguì. E quando hebbe nuova della nascita del primo figliuolo, fece dire il Te Deum , etc., alle novitie in ringratiamento. E disse: ’Questo non basta, bisogna chiedere il secondo e credo che l’otterremo’. E faceva continue orationi a Dio perciò, e vi applicò tutto il bene che faceva il Sabbato, e l’ottenne come si è veduto. E tutto faceva come ella disse, acciò quel fiorito Regno non havesse a cadere in mano d’eretici: id./Fozi, Vita (1669) 99-101. Il Monastero conserva una lettera anteriore di Maria de’ Medici a lei. Dice così: Alla moto Reverenda Suor M. Maddalen de’ Pazzi / in Santa Maria degli Angeli. /Molto Reverenda: / Poi che non posso visitare la Rev. Vostra personalmente, non resterò di fare tale officio col mezzo di queste poche righe; per aver ancora occasione di pregarla, che nelle sue orationi porga tal volta al Signore un sospiro per me; sì come dalla signora Clarice Malaspina el sarà stato esplicato questo mio desiderio, il quale mi giuova di credere, che sarà abbracciato dalla Rev. Vostra così volontieri, come da me è ricerca con confidenza. Et per che è dovere, che a portar questo peso, io ci ponga le proprie amni; venendoci detto, che chi vuol ricevere bisogna che dimandi [cf. Mt. 7,7]: per tanto riceverò in buonissimo grado che m’acceni qualche particular devotione, nella quale mi eserciterò volontieri, venendomi mostrata da lei. Restami dire a Vostra Rev. che se in alcuna cosa posso impiegar l’opera mia ne suoi commodi, se ne vaglia così liberamente come da me le viene offerta con ogni prontezza; et stia sicura, che questa nostra amicizia passerà con tutti i termini di secretezza. Con il qual fine facendomele raccomandata, prego il Signore Iddio le conceda quanto desidera. / Da Pitti, li 8 di maggio 1596. / Di Vostra Reverenza / Maria Medici: Scritture diverse appartenenti a S. Maria Maddalena de’ Pazzi (Raccolta fatta da Carlo Filippo Barsotti [†1754]). Arch. Mon. Careggi, Serie I, Pal. II, 28, Fasc. 2: Lettere originali scritte a S. M. Maddalena de’ Pazzi.