Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CLXV
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Sonetto CLXV
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SONETTO CLXV
Quand’io riguardo il mio si grave errore,
Confusa, al Padre eterno il volto indegno
Non ergo allor, ma a Te, che sovra il legno
Per noi moristi, volgo il fidel core.
Scudo delle Tue piaghe e del Tuo amore
Mi fo contra l’antico e novo sdegno;
Tu sei mio vero prezioso pegno
Che volgi in speme e gioia ansia e timore.
Per noi su l’ore extreme umil pregasti,
Dicendo: «Io voglio, o Padre, unito in Cielo
Chi crede in me», si ch’or l’alma non teme;
Crede ella, e scorge, Tua mercé, quel zelo
Del qual ardesti, si che consumasti
Te stesso in croce e le mie colpe insieme.