Rime (Andreini)/Sonetto CLXX
Aspetto
Questo testo è completo. |
Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto CLXX
◄ | Sonetto CLXIX | Canzone VI | ► |
SONETTO CLXX.
D
E’ tuoi vivi color l’opera altera Cotanto à me simil buon Fabro i’ veggio
(O meraviglia) che non ben m’avveggio
Qual di noi dè chiamarsi ò finta, ò vera.
Hor tua mercè la Parca iniqua, e fiera
Vinco, non pur col suo poter guerreggio.
Se due volte huom non muor null’altro chieggio,
Ch’i’ non pavento horror d’ultima sera.
Sì potessi d’Apollo usando l’arte
Pinger la tua virtù con le mie rime
Vincend’io Saffo, se tù vinci Apelle;
Ch’alhor pennelli, e versi, e tele, e carte
Spiegando per lo Ciel volo sublime
D’eterna invidia infiammerian le stelle.