Rime (Andreini)/Sonetto CXCI
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto CXCI
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SONETTO CXCI.
V
Oi cui l’ardor d’amor, l’ardor de gli anni Movono cruda, e perigliosa guerra
Mentre le forze sue vaga disserra
Frale beltà con micidiali inganni,
Torcete il pie’ da gli ostinati affanni
Colpa di cui l’alma s’afflige, ed erra;
E pria siate nud’ombra, e poca terra
Volgete i lumi à quegli eterni scanni.
Del vostro breve giorno ah non vogliate
L’hore più belle consumar nel pianto,
Che vano empio desir dal sen v’elice.
Come v’inganna questo senso tanto,
Che l’eterna fuggite, alma beltate?
Chi sprezza il Mondo al Mondo è sol felice.