Rime (Andreini)/Sonetto CXCVI
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto CXCVI
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SONETTO CXCVI.
S
Gombrate quel desir, che ’ncende, e strugge Egri mortali; (ahi) quella empia, e mendace
Beltà, che tanto vi diletta, e piace
Qual ombra infausta ogni buon seme adhugge.
Il sangue Amor qual serpe infetta, e sugge
Perfido turbator di nostra pace.
Dunque chi seguirà Nume fallace
Se quegli è saggio sol, che l’odia, e fugge?
Del tetro Abisso de i mondani errori
Ahi ciechi, e solo al vostro danno intensi
Ragion guerriera homai traggavi fuori.
Scacci lume del Ciel quei foschi horrori
In cui la tirannia di questi sensi
V’induce à consumar l’hore migliori.