Rime (Bindo Bonichi)/Canzoni/Canzone undecima

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CANZONE UNDECIMA


Come l’uomo che ha signoria si deve
portare in se e ne’ sudditi suoi
1.


     L’omo àFonte/commento: Pagina:Rime-di-Bindo-Bonichi.djvu/262 tre signoraggi
Universal parlando,
Et in ciascuno oprando2
Per ragion, pregio e senno contracquista3.
Primo, dicon li saggi,
Esser perfetto quando
Hom, voler raffrenando
Segue ragion in se non solo in vista.
L’altr’è quando governa sua famiglia:
Se ciò fa ben dett’è vero signore
E’ ’l terzo, se maggiore4
Gente commessa gli è, se vive giusto.
Maggior’ è saggio qual più s’assottiglia
In ciascun d’essi d’acquistar honore,
Dentro uno essendo e fore,
Che non val dolce, amaro essendo ’l gusto

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     L’om, se vuol signorìa
Di tutte cose avere
Signoreggi volere5
Et sempre alla ragion sia sottoposto
Molte cose a in balìa
Chi vuol quel ch’è dovere.
Quel vuol signor parere
Essendo servo che val tardi al tosto
Ciascun ôm disiar può tutto ’l mondo:
Dunque chi suo voler ben signoreggia
Tutto ’l mondo anulleggia
Perchè, vinto ’l signor, vint’è ’l suggello.
Foll’è chi vuol notar se cerca fondo;
Et fals’è dirsi cieco mentr’e’ veggia.
Faccia l’ôm quel che deggia
Se vuol senza fallir viver correttoFonte/commento: Pagina:Rime-di-Bindo-Bonichi.djvu/262

     L’om è imperador vero
Dentro da sua magione,
Et se vive a ragione
Legittimo è più che Papa tiranno6.
Non sia molle ne fero:
Cessi cercar cagione
Cosa vuol stagione7:
Cercando hom prò sovente acquista danno:
Et se trapass’a disiar possanza
Torni voler col poter a misura8.
Cosa nulla è più dura
Che voler quel che poter non consente:

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Se al tuo voler quel ch’ai non è bastanza9:
Che basti a te, misurando, procura.
Fa per aver usura
Talora ôm, ch’è del capital perdente.

     L’om a cui Idio concede
Agli altri esser plelato10
Rendasi umilïato
Et non si creda per merito degno11.
Tal don da Dio procede,
E in tal non vive stato
Piu ch’egli abbia ordinato;
Quei, ch’è signor sovran di ciascun regno.
Prudente temperato e giusto viva,
Et nelle cose adverse aggia fortezza;
Che bon signor disprezza12
Cui fatto ha grande, se coi vizii il trova 13.
Talor’avien che di signoria ’l priva
Et d’alto stato il dipone in bassezza
Poco vale allegrezza
All’hom, quando al finir tristizia prova.

     L’uom saggio e buono ellegge
Nella sua coscïenza
Giusta e vera sentenza,
Et se cerca altra per peccare è folle14
Se gente altra corregge,
Veduta la sperienza15
Considera l’essenza

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Et poi come conviene è fero e molle16.
Coregge ammaestrando l’ignorante,
Et qual per vizio pecca, dando pena
Benchè non sia di vena
Stà per paura hom sovente leale.
Non si puo dire mobile costante17
Ne saggio chi non suo voler affrena18
Ver’è me’ danno mena19
Voler senza operar disposto male.

Note

  1. [p. 121 modifica]L....... conservare in se. – M. che l’esser virtudioso fa l’uomo conservare in libertà et e converso.
  2. [p. 126 modifica]R.3 E in ciascuno operando.
  3. [p. 126 modifica]M. pregio a se leggiero acquista.
  4. [p. 126 modifica]M. Lo terzo è. M.2 El terz’è se.
  5. [p. 126 modifica]M. il volere.
  6. [p. 126 modifica]M. papa o tiranno.
  7. [p. 126 modifica]R. Cosa vuole stagione. – R.3 idem. – M. id. – M.2 id.
  8. [p. 126 modifica]R. Torni il voler col poter a misura R.3 volere con potere. – M. il voler.
  9. [p. 126 modifica]R.3 non è abbastanza.
  10. [p. 126 modifica]L. esser prelato – R.3 idem. – M. id. – M.2 id.
  11. [p. 126 modifica]M. E se non creda.
  12. [p. 126 modifica]M. Che ’l ben.
  13. [p. 126 modifica]R.3 cui fatto è grande.
  14. [p. 126 modifica]R. Et se cerca altro per peccare è fallo. – L. è follo. – M. folle.
  15. [p. 126 modifica]R. Veduta l’apparenza. – R.3 id. – M. id. – M.2 id.
  16. [p. 126 modifica]M. poi quanto convien.
  17. [p. 126 modifica]R. Non si può dire il mobile costante. – R.3 idem. – M. al mobile.
  18. [p. 126 modifica]M. volere affrena.
  19. [p. 126 modifica]R. Vero e men danno mena. – R.3 id. M. id.