Rime (Bindo Bonichi)/Sonetti/Sonetti di Bindo Bonichi
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Bindo Bonichi - Rime (XIV secolo)
Sonetti ventisette di Bindo Bonichi
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Indice
- I. Ben credo più di cento volte avere A messer Benuccio Salimbeni.
- II. Mostraci il mondo prode, e dacci danno Risposta a messer Benuccio Salimbeni.
- III. Chi si diletta d’essere in Comune
- IV. Tra gli uomin grandi, che son di casato
- V. Mentisti, mondo, ch’i’ t’ho conosciuto
- VI. Io fui già capra, bench’or otre sia
- VII. Chi riputato è morto dalla gente
- VIII. Siccome la tramoggia del mulino
- IX. Fra l’altre cose non lievi a portare
- X. Veduto ho già, che ciascuno è in assetto
- XI. Non creda alcun, quand’ode dir canaglia
- XII. Ogni barbuto non è degli Armini
- XIII. Il calzolai’ fa ’l suo figliuol barbiere
- XIV. Tristo a colui, che in promissione spera
- XV. Un modo c’è a viver fra la gente
- XVI. Quando i mezzan diventano tiranni
- XVII. Mormora il popol, perchè ha mal prelato
- XVIII. Signore Iddio, che se’ signor del tutto
- XIX. A mantenere l’amistà di frate
- XX. Chi nella pelle d’un monton fasciasse
- XXI. Sbatti, Francesco, sbatti palme e volto
- XXII. Gli asin del mondo sono i mercatanti
- XXIII. Le chiese son poder de’ maggiorenti
- XXIV. Se ogni ingiuria mi fosse diletto
- XXV. Puossi rendere usura e mal tolletto
- XXVI. Il mondo è frasca, e’ mondan son fraschieri
- XXVII. Amor, perchè m’hai tu lasciato vivo