Rime (Cavalcanti)/Le Rime di Guido Cavalcanti/Le rime di epoca incerta/Io temo che la mia disaventura
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Sonetto.
Io temo che la mia disaventura
non faccia sì ch’io dica: — i’ mi dispero: —
però ch’i’ sento nel cor un pensero,
4che fa tremar la mente di paura
e par che dica: — amor non t’assicura
in guisa, che tu possa di leggero
a la tua donna sì contar il vero,
8che morte non ti ponga in sua figura. —
De la gran doglia che l’anima sente
si parte da lo core uno sospiro,
11che va dicendo: — spiriti, fuggite. —
Allor d’un uom, che sia pietoso, miro
che consolasse mia vita dolente
14dicendo: — spiritei, non vi partite. —
Ca ed Ms primari e pressochè uguali. Evitando al v. 12 la mutazione dell’Ercole, che non ha appoggio di alcun manoscritto e mantenendo la lezione come è data dai due mmss. principali, interpetro così: «Allora stupisco d’un uomo che sia pietoso e consolasse la mia vita.....».